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Discesa agli inferi
Libro breve, ma intensissimo che lascia sicuramente il segno.
L'autore in questo romanzo ci narra della peggiore atrocità commessa dai nazisti che , per quanto mi riguarda, non è lo sterminio nei forni crematori, ma la disumanizzazione compiuta attraverso le deportazioni in lunghissimi viaggi in treno, senza dare né acqua, né cibo, né possibilità di usufruire di servizi igienici ai malcapitati prigionieri.
Un incubo e una discesa negli inferi più bui che Rykner ci descrive pagina dopo pagina, il treno dei deportati parte in un giorno caldissimo di luglio 1944.
Ammassati e stipati come polli d'allevaento i prigionieri partono dalla Francia per raggiungere la Germania, lo scrittore ci fa toccare con mano la sofferenza umana iniziando a descrivere prima la necessità di poter occupare un minimo di spazio in un luogo super affollato, poi inizia un crescendo di sofferenze che è spaventoso.
Mancanza di acqua, mancanza di aria, impossibilità di poter soddisfare i propri bisogni organici, fino al clou: scoppia una rissa all'interno del vagone e molti prigionieri completamente impazziti e abbruttiti iniziano a picchiarsi selvaggiamente fra loro fino ad ammazzarsi, ne muoiono più della metà,ma...il treno continua verso la sua meta, con i cadaveri ammucchiati all'interno.
Da queste pagine si capisce che lo scrittore vuole mettere in primo piano proprio questo concetto: i nazisti avevano calcolato tutto, anche le risse, i cadaveri ammucchiati etc per poter disporre di esseri umani ormai devastati.
Molto toccanti le digressioni riguardanti l'arrivo a Dachau dei pochi sopravvissuti, voglio riportare alcuni brevi passaggi
"Qualunque cosa siamo, qualunque cosa facciamo,saremo sempre più forti di loro,perché siamo più umani...è la ns sofferenza a impedirci di assomigliare a loro. Io voglio essere quello che resiste loro,anche da morto, e che mai gli assomiglierà.Voglio esserlo. Lo sono..."
Molto intenso questo libro
certo non per bambini