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Sic transit gloria mundi
'' Guardò nel buio in direzione di Pompei. Era possibile che l' intero mondo stesse per essere distrutto? Che la stessa forza che tenesse insieme l' universo, il Logos come lo chiamavano i filosofi, si stesse disintegrando?''
(Robert Harris, ''Pompei'')
La storia è scritta nei libri, con le sue date, i suoi eroi e le loro gesta; una materia nozionistica e mnemonica. Harris ci propone l' avvenimento dell' eruzione del Vesuvio del 79 d.C. in chiave ''umana''; è l' uomo comune che scrive la storia, sono le sue scelte che determinano l' andamento della società. Conosciamo tutti il fatto: il Vesuvio erutta, Pompei, Ercolano e le città vicine scompaiono con i loro abitanti, etc. Questa è la storia dell' ingegnere Marco Attilio, responsabile dell' acquedotto dell' Aqua Augusta, uno dei più grandi di quel tempo. Un uomo comune che però si accorge prima di tutti, che qualcosa non va.
Una vicenda d' amore, di lotte, di paure e timori che si sposa con la storia della Roma imperiale, costituendo un unicum.
Harris è stato bravo a rappresentarci la cultura del tempo, molto diversa da come ci aspettavamo. L' uomo è sempre più distante dagli Dei, dal credere in loro, ma ancora molto vicino ai riti ed alle superstizioni che giravano intorno alle divinità, cattive ma giuste. Una natura che si vendica delle usurpazioni subite. La schiavitù, dramma esistenziale del tempo. Una società intrisa di corruzione, frodi, nepotismo, ma soprattutto voglia di ricchezze, di Gloria.
La natura punisce la lussuria e l' avidità dell' uomo, che appena sfida la madre di tutto, viene punito e rimesso al suo posto.
Sic transit gloria mundi.