Dettagli Recensione
Le aspre montagne dell'imperatore nomade
Stati Uniti, Dicembre 1948
Arriva un baule dalla Svizzera. Marguerite de Crayencour, conosciuta meglio con il suo acronimo Yourcenar, lo apre. Trova una miriade di scartoffie: lettere, appunti e note varie. Decide di passare le notti a rileggerle e a bruciare nel caminetto gli scritti inutili. Tra questo disordine, trova una pagina ingiallita che inizia con “ Mio caro Marco...”. Marguerite la legge tutta e le viene bruscamente in mente il suo sogno, il suo progetto più ambizioso a cui non lavora da quasi 10 anni. Una voglia di riprendere la sua opera le incanta la mano, la mente e il cuore. In meno di 3 anni, conclude e pubblica ciò che diverrà uno dei suoi più grandi successi: “Memorie di Adriano”.
Un anziano malato di idropisia al cuore a cui mancano pochi giorni di vita, scrivendo a suo nipote, si sfoga e decide di narrare le sue vicende, per avere un giudizio generale sulle sue azioni.
Fin qui, questo potrebbe apparire come l'incipit di un normalissimo libro, ma l'uomo che sta scrivendo è l'imperatore Publio Elio Adriano ( 76-138 d.C) e il destinatario delle lettere è suo nipote adottivo e ultimo “princeps per adozione” Marco Aurelio, l'imperatore filosofo.
Nato ad Italica, in Spagna, da Elio Adriano Afro, cugino del comandante delle truppe sul Reno e governatore della Germania Traiano ( 53-117 d.C), Adriano rimase orfano in giovane età e, sotto la tutela del cugino del padre, partì per Roma, dove ricevette la sua educazione. Divenuto adolescente, Adriano conduce una vita militare, ottenendo la simpatia di Traiano ( che intanto, dopo essere stato adottato da Nerva e dopo la sua morte era divenuto imperatore), e dopo la vittoria/ rovina con i Parti e la morte dell' “optimus princeps”, che pochi giorni prima lo aveva adottato, diventa sovrano di un territorio sconfinato che andava dalla fredda e nebbiosa Britannia all'Egitto passando per Spagna, Italia, Grecia e Asia Minore. Per il neonato princeps comincia un lungo regno ( 21 anni), durante il quale viaggiò per tutte le province, fondò città, eresse valli, restaurò monumenti, promulgò numerose riforme con l'obbiettivo di pacificare il suo impero e renderlo moderno ed efficiente. Tuttavia l'imperatore dovrà superare numerose difficoltà, in primis la sanguinosa rivolta della Giudea, finchè il destino gli riserberà dolorose sorprese...
Ma arriviamo al momento clou dell'opera: l'amore. Nella sua vita Adriano ebbe due grandi amori, l'uno legato all'altro anche se totalmente differenti: la Grecia e Antinoo.
Il primo è un amore più platonico che conquistò l'imperatore sin da quando era un adulescens. Per la Grecia, egli farà di tutto ( ricostruirà i monumenti e le città, riordinerà l'assetto giuridico e amministrativo, riporterà Atene al suo grado di capitale della cultura...) fino a raggiungere gli onori divini e soprattutto i titoli a cui ha sempre aspirato: Jonico e Filelleno.
Il secondo,invece, è un'amore terreno, tragico, di per sé “contro natura” e insano ( anche se all'epoca normalissimo) tra un quarantacinquenne, alla ricerca della assoluta libertà e della apoteosi, e un quindicenne della Bitinia, probabilmente proveniente dall'Arcadia, dai riccioli biondi e dallo sguardo malinconico e tenero, così fedele che arriverà ad idolatrarsi per donare l'eternità ad Adriano.
La Yourcenar, in questo caso, in modo molto poetico, ha eliminato il volgare e reso la relazione di questi 2 personaggi puro, travolgente e forte come quello tra Achille e Patroclo.
Marguerite ci regala in modo originale un quadro a tutto tondo non di un imperatore ma di un uomo dalle mille sfaccettature, con i suoi vizi e con le sue virtù, con le sue sicurezze e con i suoi dubbi. In tutto troviamo 5 Adriano totalmente differenti tra loro:
- il giovane soldato dedito ai piaceri, pieno di titubanze e ambizioni;
- l'imperatore che sentendosi “responsabile di questo mondo” cerca di far tutto per migliorare l'Impero che sa già che è in procinto di scomparire e finire in mano ai barbari;
- l'uomo saggio e viaggiatore dall'infinita sicurezza e caparbietà nell'accanita ricerca di un accordo tra felicità e logica, tra intelligenza e fato;
- l'uomo, devastato dal dolore, che vede solo morte e pessimismo;
- l'anziano malato che attende “cum Patientia” la sua fine.
Quindi una parabola discendente che parte dal Giove calmo e radioso e termina col Plutone, dio delle ombre che attende di ritornare nell'Ade incolore e spoglio.
La Yourcenar, con uno stile accademico e forbito, ci offre un'opera dai valori assolutamente anacronistici e pieno di riflessioni da Nobel per la letteratura. Ella, inoltre, è riuscita in modo elegante ed equilibrato a caratterizzare tutti i personaggi presenti: io sono rimasto legato soprattutto a Traiano che non viene descritto come imperatore-soldato forte e maestoso ma come un vecchio che non vuole credere che sta invecchiando e che la morte si avvicina e a sua moglie Plotina, unica grande amica di Adriano, che rappresenta l' ”optima domina”, intelligente, saggia di cui ricorderò sempre l'appellativo dato alla sua biblioteca fondata sul Foro Traiano: “ospedale dell'anima”. Parole giustissime e meravigliose!!!!!
Tuttavia vi sono state delle difficoltà nel leggere il romanzo. Infatti mi sono trovato davanti a delle “Alpi letterarie” difficili da percorrere e irte di parole pesanti e barocche. L'autrice mette alla prova il suo lettore con una serie infinita di tranelli e trabocchetti che confondono per vedere se si è pronti e degni di leggere il suo capolavoro e di comprenderlo al meglio.
Con attenzione e caparbietà sono riuscito a superare queste montagne di parole complesse e roboanti che verso la fine si sono addolcite sempre di più fino a creare una pianura, gradevole da percorrere.
In conclusione consiglio vivamente questa opera che non deve essere presa alla leggera e letta con superficialità perché altrimenti non si riuscirà assolutamente a valicare queste aspri monti e a superare le numerose prove che Marguerite dissemina lungo la narrazione. Buona lettura!
“L'impero, l'ho governato in latino; in latino sarà inciso il mio epitaffio, sulle mura del mio mausoleo in riva al Tevere; ma in greco ho pensato, in greco ho vissuto.”
(Publio Elio Adriano)
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Te lo consiglio vivamente soprattutto per le riflessioni e i pensieri che lo caratterizzano e che lo rendono un capolavoro...
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