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Pane, Amore e…Venezia!
Facciamo un esperimento.
Immaginate una bella pagnotta dorata appena uscita dal forno. Provate a ricrearne mentalmente il profumo languido che vi accarezza le narici e la consistenza della crosta che racchiude l’anima di morbida mollica fumante. Fantasticate ancora sul primo morso scrocchiarello e sul pane caldo che vi avvolge la lingua e vi solletica il palato facendovi avvertire piacevoli ed ancestrali sensazioni di passato e di vita vera.
Adesso, volete riprovare questo sublime istante moltiplicandolo per la durata di una lettura di trecentottanta pagine circa? Leggetevi L’Apprendista di Venezia!
Che bontà questo romanzo, che miscela gustosa! Con quella crosta di storia all’esterno fatta della dura realtà della Venezia del 1498, venata dalle calle misteriose popolate dai personaggi più disparati e da quel subbuglio generale causato dalla ricerca di un libro dai contenuti proibiti e pericolosi che ossessionano potenti, chiesa e popolo;
e con quel cuore più morbido di sentimenti che parlano del destino di Luciano, povero orfano raccattato per strada dallo chef del doge che lo prende come suo apprendista e che diventerà per il ragazzo non solo l’insegnante di un’arte ma un vero e proprio maestro di vita e di pensiero.
Nei meandri della cucina di palazzo, dove ancora i piatti sapientemente elaborati risultano un’arma di dissuasione e dunque un vero e proprio strumento di potere, amori, storia, destini e rivelazioni si susseguiranno in un crescendo di attese e di languorini da prelibatezze decantate.
Forse per chi cerca un romanzo storico, nel senso più tecnico del termine, non è proprio il libro ideale; ma per chi si accontenta di una buona impalcatura reale, di un discreto intreccio, di uno stile scorrevole e di una storia tutto sommato originale, non c’è nulla di meglio che dare un’opportunità a questa autrice che, seppur straniera, ha saputo ricreare le atmosfere di una delle città più belle della nostra Penisola.
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Commenti
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Bella rece sfogliatella mia :)))
Aleeeee na fame mentre leggevo questo libro!!! due tre piatti me li sono estrapolati: tipo un bel piattone di gnocchi che lo chef del doge chiamava fagottini di patate: ecco, io mi so pappata un piattone fagottini di patate al ragù che erano la fine del mondo e secondo sempre lo chef dovevano farmi l'effetto di riconciliarmi con le piccole cose. Mi sono riconciliata con tutto io!! pure con Ortone ed il mondo dei Chi :DD
Devi leggerti i libri della Harris sono tutti mangerecci, quello che sto leggendo ora è narrato da una bottiglia di vino :D
Nadia, fammi dedicare un pò ai vampiri va...che questo è un periodo che per un pò di questioni ho abbandonato la mia amata corsa campestre e addio alla linea!!! diventerò una pagnottella io mi sa!!! ahahahahahahah!!!
Però figo il libro narrato da una bottiglia di vino!!! quando ero piccola scrivevo sempre favole in cui gli oggetti erano animati..ehm...in realtà ero pienamente convinta che lo fossero! Non per nulla mi facevo lunghi discorsi con la stufa di nonna... Poi sono rinsavita!! :P
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