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"Lo vedi come sorride...?"
Uscito in Spagna nel maggio del 2006, ”La cattedrale del mare” rappresenta l’abbrivio d’esordio dell’avvocato Ildefonso Falcones.
Romanzo storico cospicuamente corposo nei contenuti (storici,legali e religiosi),esercita sicuramente un attrattiva per l’affamato ed esigente lettore di genere,inducendolo, senza timor alcuno ,a tuffarsi nell’opera. Parecchi, infatti, sono stati i “nuotatori letterari”, date le quasi 900.000 copie vendute soltanto nelle librerie spagnole, ancor prima dell’approdo in quelle italiane.
Tuttavia, nonostante il dirompente successo numerico conseguito così celermente, devo muovere una mia personale critica (credo sia proprio questo lo spirito della recensione) al manoscritto.
Stilisticamente parlando, il lavoro si presenta senza onte di sorta:grammatica impeccabile,narrazione lineare e scorrevole ed una conoscenza intrinseca che s’affaccia “ impertinente” in ogni nuovo paragrafo.
Allora ,qual è il tassello mancante?Dov’è che la pietra angolare scricchiola?
Il crepitio(che spero con ardente concupiscenza molti altri lettori puntigliosi e sfacciatamente pretenziosi abbiano notato) sta nell’assenza di…non saprei esattamente come definirlo,ammesso e non concesso che lo si possa fare…chiamiamolo convenzionalmente “sprint narrativo”;cioè quella capacità che lo scrittore riesce a trasfondere nella narrazione e che va a corroborare come un titanico mantice la smania intemperante del lettore a metabolizzare pagine ad una sbalorditiva velocità.
Sono sicuramente disarmato di fronte alla ciclopica contenutistica del lavoro,e ammiro Falcones per la nozionistica storica e legale che è riuscito ad infondere in “sole”630 pagine (ciò dimostra ,in modo lapalissiano, una lodevole capacità espositiva e sintattica);però,sovente, mi è parso di ritrovarmi catapultato nelle righe fredde ed asfittiche di un ordinario manuale di storia medievale o del diritto.
Ora vi chiedo,o lettori,ove sta la passione, la forza trascinate degli eventi testuali e narrativi,ove si trova quel fuoco fatuo che avvolge chi legge e lo trascina a tutta forza nella Spagna del 1300?
Personalmente, durante la lettura de “La cattedrale del mare”,a parte qualche rada e sporadica eccezione,non ho visto brividi di piacere sulla mia pelle;troppa staticità,nozionistica ,troppi cavilli commerciali , economici ,legali e coniugali,che appesantiscono il lettore e rendono la narrazione eccessivamente opulenta ,adornata di uno sfarzo culturale che arricchisce ma,al medesimo tempo, appesantisce ed annoia colui che ,cerca nel libro,un portale attraverso il quale evadere dalla plumbea ed ordinaria realtà quotidiana.
Muovo questa critica(che spero non vi risulti eccessivamente prolissa,altrimenti anch’io inconsapevolmente ho peccato di sfarzo)non per spingere chicchessia a non leggere attentamente l’opera,anzi ,per convincerlo,contrariamente a quanto può sembrare, a comprare il libro, leggerlo ed esprimere il suo personale giudizio,poiché dove sta il bello della lettura (e soprattutto dei portali letterari come Qlibri) se non nel confronto di opinioni?
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Commenti
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Come te, non ho sentito nessun brivido di partecipazione...
Bel libro, ma non ci ho trovato l´anima.
Io l'ho letteralmente divorato.
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esaustiva e ben motivata !!!
mi è venuta voglia di leggerlo....