Dettagli Recensione
La prima guerra dell'oppio raccontata poeticamente
La seconda parte della trilogia è, forse, ancora più affascinante della prima, anche se meno novellistica o più realistica. La parte dedicata al progressivo sgretolarsi di un mondo commerciale occidentale, basato sullo sfruttamento organizzato e anche "ideologizzato" della debolezza e della corruzione del governo cinese e dei suoi funzionari, al confronto con la morale europea e quella asiatica, e alle sfumature delle diverse culture attorno a un tema così importante per l'oggi come quello dello sfruttamento commerciale delle risorse e del lavoro a livello globale e di eccezionale vivacità, intelligenza, profondità.
La prima guerra dell'oppio, che sarà all'origine di quello sgretolamento, ma pure la base del ricompattamento dei traffici occidentali in oriente, emerge vivida e chiara da queste pagine.
In più,la cultura di Gosh è stupefacente (può passare dalla contrattualistica commerciale alla descrizione minuziosa di navi e imbarcazioni di ogni dove, dalla floricultura alla produzione seriale di dipinti cinesi e così via, in modo documentato quanto basta da ricreare la realtà di cui ti parla sotto i tuoi occhi, e dartene una spiegazione tecnica). Infine la scrittura di Gosh è così piacevole da essere in grado di risucchiarti in una cultura e in un tempo non tuoi facendoti sentire parte di essi!
Anche io, però, consiglierei l'introduzione di un glossario per poter mantenere la pluralità dei linguaggi intatta, con l'espediente di non tradurre termini e espressioni originali, ma consentendo a chi lo desidera di calarsi nel significato.