Dettagli Recensione
Ognuno muore solo.
Di Hans Fallada non avevo letto niente prima di questo libro, che non esito a definire un capolavoro e ringrazio chi me l'ha consigliato. La storia di una resistenza al nazismo nata dal basso, non per ragioni ideologiche, ma per ragioni legate al dolore insostenibile per la morte di un figlio in una guerra lontana di cui un comune cittadino, capo operaio, non può comprendere le ragioni, trasforma un personaggio ordinario, che conduce una vita normalissima , nè felice o infelice, scandita dai tempi dei suoi doveri civici (lavoro, famiglia, riposo) in una sorta di davide che si permette di sfidare un Golia invincibile e di dare una senso al proprio dolore. La ribellione degli umili, così mirabilmente descritta da Fallada, ci offre uno spaccato di quello che poteva essere la società tedesca di quel tempo, permeata da un ideologia da tutti accettata ma al cui interno qualche voce dissenziente, pur destinata a soccombere o ad adattarsi e nascondersi per sopravvivere esisteva, soprattutto tra la gente comune. Il tutto narrato con uno stile degno di un grandissimo autore.