Dettagli Recensione
Larilegatrice dei libri proibiti
rilegatrice dei libri proibiti di Belinda Starling ed. Neri Poz
Un’altra sorprendente figura femminile, emblema di libertà dell’anima e della mente
Londra 1859 può una passione diventare ossessione?
Questo romanzo per la tensione intrinseca e ossessiva che si respira e traspare non può che ricordare “Profumo” di Süskind, simili i bassifondi e i luoghi d’ambientazione e di Parigi e di Londra dell’epoca, simili i personaggi animati da insane passioni. La protagonista Dora Damage è la moglie di Peter Damage dell’amonima legatoria, colpito dall’artrite reumatica che gli deforma le mani e non può rilegare i libri, lei prende il posto del marito e diviene una raffinata ed originale rilegatrice. Dora trasgredisce alle leggi della corporazione dei legatori che vietavano alle donne questo tipo di lavoro. Le sue bizzarre e fuori dagli schemi rilegature trovano degli estimatori nei “ Sauvage Nobles” una congrega di dissoluti uomini di alto livello sociale che collezionano libri proibiti dai puritani dell’epoca e uno di questi sir Jocelyn Knightley le commissiona delle opere scandalose, appunto libri proibiti come rimanda il titolo. Ma per Dora questa insolita, ma necessaria attività diventerà lo strumento per prendere coscienza di sé come persona in quanto tale, rivendicherà libertà sessuale e infrangerà le regole e i tabù del tempo. Si troverà a lottare contro sordidi e loschi figuri, ma la sua intelligenza, la sua cultura l’aiuteranno a superare ostacoli e pastoie sociali fino ad assurgere a eroina e ad esempio di altre donne come lei desiderose di acquisire dignità sociale. E’ un grande romanzo di ampio respiro storico, attraverso la vita di Dora il lettore ripercorre e vive i conflitti di sesso, razza e classe dell’età vittoriana, la scrittrice ci restituisce un’atmosfera ammaliante, quasi palpabile con luoghi e personaggi nella loro concretezza. Dora è uno dei personaggi letterari che da subito si amano, ammirandone la risolutezza del carattere, la forza dei sentimenti e la solidità di cultura affinata da una sensibilità squisitamente femminile. La dovizia con la quale l’autrice descrive le tecniche di un mestiere difficile e preciso ci trascina in un mondo affascinante dove il libro come oggetto materiale ed estetico acquista la stessa importanza del contenuto. Ci addentriamo in questa preziosa e quasi religiosa arte, rilegature dalle pelli pregiate, dai tessuti più rari, dalle incisioni in polvere d’oro, dai disegni, i ricami, gli arabeschi di pregevoli fatture; un lavoro di fine artigianato dove si legge di stendere il foglio di marocchino, tracciare sopra le sagome per le copertine, passare la colla sul dorso, tagliare le fettucce, indorsare, scanalare e rinforzare il volume…tutto è così arcano e d’altri tempi… E’ un libro visivo perchè procede per immagini ( quelli osceni dei libri pornografici e non solo), per descrizioni minuziose, un libro olfattivo perché i miasmi della città avvolgono come un sudario le persone, il Grande Fetore, il fiume fetido, limaccioso, un libro sonoro perché si sente il vento impetuoso, la pioggia insistente satura di fuliggine che picchiettava sulle tegole e il fruscio dei carri sul selciato fangoso.…E’ un libro dove la prosa diventa poesia…la stanza scivolò nell’oscurità e parve restringersi fra le ombre tremolanti create dalla luce del camino. Il libro è la storia di una donna, il suo percorso verso la libertà e l’emancipazione quando finalmente il passato con tutti i suoi demoni erano scomparsi, sepolti per sempre. In questo primo ed unico romanzo la scrittrice prematuramente scomparsa dà prova di una grande forza espressiva e di una sagace ricostruzione storica ben documentata e ricca di particolari.