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BIOGRAFIE IMMAGINARIE
Dal rimescolamento dei generi operato dalla cultura postomoderna nasce la cosiddetta biografia immaginaria di cui l’opera dello scrittore norvegese Larsson è un esemplare perfetto: il protagonista non è mai esistito ma è un personaggio creato dalla fantasia di Stevenson che ne “L’isola del tesoro” ne ha fatto una delle tante suggestive incarnazioni del male che popolano l’immaginario collettivo di tutti i tempi.
Il male nel romanzo di Stevenson è una visione da incubo, apparsa nelle notti di tempesta in sogno al giovanissimo eroe adolescente della storia, destinata a scomparire all’improvviso nel nulla. Un’apparizione al limite dell’onirico alimentata dal mito eterno del pirata, in cui la menomazione fisica denuncia la ferocia: Larsson però gli ha dato un corpo, la complessità e le contraddizione di un carattere, un linguaggio e una dimensione storica lasciandone però intatto l’alone leggendario. Se le favole sono frutto sempre di uno sfondo storico, la biografia di Long John Silver deve necessariamente collimare con il saggio: fedele a tale convinzione lo scrittore ricostruisce con precisione quasi maniacale la società inglese del 700’ con particolare attenzione alle condizioni della marineria, connotata da un brutale e redditizio commercio di schiavi. E’ un universo spietato, di individui “senz’anima”, dove il male e il bene non abitano da nessuna parte: l’abbrutimento ha mille volti e la sola ancora di salvezza è la dignità di una scelta, qualunque essa sia, e di una coscienza. Da qui la rivelazione in Silver della scrittura come strumento di analisi e di verità su se stessi e sulla realtà: i libri si scrivono e hanno senso solo se riescono a farti sentire il fetore degli escrementi nelle stive della navi negriere o l’odore della pece che impregna i moli. Lo scrittore deve fare da filtro all'istinto vitale, alla disperazione e alla paura della morte, ed hanno ovviamente un valore simbolico i colloqui fra Silver narratore e un Daniel Defoe testimone/storico in incognito in una locanda nei pressi del patibolo. Sarebbe riduttivo inserire “La lunga vita del pirata Long John Silver” nel lungo catalogo di romanzi storici che affolla le nostre librerie: è piuttosto la cronaca di un’esperienza tragica dalla quale “il sapere di essere vivi” è l’unica catarsi concessa a tutti, criminali ed onesti, eroi ed antieroi di tutte le epoche.
Indicazioni utili
Percorsi culturali per cui può essere utilizzato: la figura del criminale nell’immaginario collettivo- il romanzo storico-la pirateria- la coscienza come connotato dell’eroe e dell’antieroe tragico.