Dettagli Recensione
Bel fantasy ma la storia?
Mi aspettavo un romanzo storico, purtroppo di storico c'è ben poco. Se fosse un romanzo fantasy ambientato in una Venezia inventata tutto filerebbe, ma l'autrice ha esplicitamente voluto collocare l'intreccio nella Venezia del 1498, allora le critiche scattano spontanee e vanno in due direzioni:
-i pacchiani anacronismi e altri errori propriamente storici
-gli errori di "location"
Gli errori storici sono molti, elenco solo i più evidenti:
-si citano un Landucci, un Castelli, ed altri cognomi di membri del Consiglio dei X, ma questi e gli altri non fecero mai parte delle famiglie patrizie veneziane;
-la forchetta non è stata inventata dagli "italiani" bensì introdotta a Venezia verso il 1000 da una principessa bizantina sposa del figlio del doge;
-il ghetto di Venezia, descritto nel romanzo, è stato realizzato 17 anni dopo il 1498, e i ponti che attualmente lo collegano sono stati realizzati dopo la soppressione napoleonica (altrimenti come poteva essere isolato?);
Altri errori sono per così dire di "location", probabilmente l'autrice non è mai stata a Venezia, o non l'ha visitata adeguatamente, perchè alcuni sono esilaranti:
-orti e cortili coltivati nel palazzo Ducale nel '400 è una bella idea fantasy;
-celle sotterranee a Venezia erano impossibili non potendosi costruire sotto il livello dell'acqua (i Pozzi del palazzo Ducale sono a piano terra);
-non esiste una chiesa di S. Vincenzo a Venezia, semplicemente è stata inventata dall'autrice così come il nome di alcune calli
Sconsiglio vivamente la lettura del romanzo, sebbene presentato come romanzo storico è semplicemente frutto di profonda disonestà intellettuale, un'abile strategia di marketing che sfrutta una supposta immagine di Venezia rinascimentale fosca e trasandata, ma che poco ha che vedere con la realtà storica a cui un romanzo propriamente storico deve sempre guardare.