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Annus mirabilis
Anno 1665. La peste colpisce un piccolo villaggio inglese, la popolazione prende una decisione coraggiosa : rimanere al villaggio, non cercare la fuga altrove per impedire il diffondersi del contagio. Una giovane e coraggiosa vedova, un prete parecchio anticonformista e la generosa ed indomita moglie cercano di portare aiuto e conforto a chi viene colpito da questa tremenda piaga. C'è un pò di tutto nel racconto : la nobiltà d'animo, il coraggio, la generosità, ma anche l'egoismo, l'ignoranza e la superstizione.
Il tutto nel corso di un terribile anno, che per qualcuno diventerà invece "annus mirabilis" perchè saprà trovare le forze per cambiare la propria vita.
Scorrevole e piacevole lettura, anche se in qualche punto si scivola verso un monotono elenco di vittime e disperati. Un difetto che trovo in questa autrice (e che avevo già riscontrato ne "I custodi del libro") è che non riesce a farmi affezionare ai personaggi, a farmi immedesimare, per quanto le vicende siano struggenti non riesce a renderle tali, a volte sembra una cronaca più che un romanzo, manca un pò di "calore" ecco...
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E' anche questione di sensibilità e di umore: io sono un "orso" e per farmi commuovere ce ne vuole, se poi leggo un libro nella settimana "sbagliata" potrei restare indifferente al "Dottor Zivago"!
Esagero ovviamente spesso i libri raddrizzano anche le giornate storte (un pochino almeno...) ma un fondo di verità c'è.
Però ti confesso che c'è qualcosa di questa autrice che non mi "prende" e anche se il personaggio di Anna è bello e positivo che dire di Elinor (a me ha colpito allo stesso modo, vedi un pò come sono messo...)! secondo me la Brooks non gli rende giustizia.
Poi magari ci sono andato pesante...
A proposito, da ragazzo lessi "La Peste" di Albert Camus sullo stesso argomento ma ambientato in Algeria mi pare, ne ho un ricordo strepitoso !
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