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La poetessa di Marache
Ondine Khayal ripercorre il vissuto della nonna armena,nata nel 1901 a Marache, in Turchia, al confine con la Siria .
Ne descrive, in prima persona, con estremo e poetico candore, l'intera vita partendo dall'infanzia e dall'adolescenza.
Nella primissima parte del romanzo il lettore si perde nell'incanto di in un "giardino fatato", ne respira il delicato profumo di lavanda, un'infanzia ricca e serena, nella quale la piccola Lucine scopre la preziosa "magia" delle parole, per mezzo delle quali esprimerà lo stupore di ogni suo nuovo sentimento e scoperta.
Con gli sviluppi politici dal 1915 in poi, il governo turco decide, perentoriamente, che l'etnia armena DEVE essere eliminata, perduta.
Cosi l'incanto si spezza, la prima descrizione di orrore arriva come uno schiaffo sordo, lacerante.
Il terrore, la sterminio e la violenza si insinueranno nell'esitenza di Lucine e della dolce sorellina Marie.
Le due bambine, uniche supersiti di una famiglia barbaramente uccisa, diverranno compagne di un lungo viaggio nel deserto : l'incontro con l'inferno.
Pur trovando, al di là del percorso negli inferi, una sorta di salvezza e ricevendo in dono dal destino la possibilità di "ricostruire" e donare la
vita, essa si ritroverà completamente perduta, un'anima abbandonata dalle sue radici, sola con l'incubo straziante delle sue carni DILANIATE, il dono dell'incanto delle parole perduto, distrutto dall'assenza di emozioni che non riesce più a provare.
..."Ma da quando il mondo era sprofondato, non mi restavano che rimasugli di emozione, pallidi ricordi dell'intensità passata, e andavo come una cieca per strada, senza più essere capace di sentire"
...
Tenacemente legata al ricordo di Gil, primo giovane e unico amore, abbandonata alla solitudine, ritroverà pian piano il coraggio di far riaffiorare i pensieri. Offrendo parole ad altre persone, attraverso la scrittura delle altrui emozioni, la "piccola poetessa di Marache" tornerà a vivere, scriverà lettere ai cari fantasmi dell'infanzia e respirerà, nel mondo e dentro di sè, le sagge parole del tanto adorato nonno Joseph...
..."Il nonno aveva spesso insistito sulla necessità di non scordare le proprie radici.Il fiore del nostro amore era strappato, ma la sua radice era rimasta profondamente radicata alla terra, e aveva potuto fiorire. Quella lettera era un meraviglioso dono"...
Una lettura commovente, traboccante di profondi significati,che imprigiona il cuore del lettore in una "morsa" di soffocante dolore, attraverso pagine intrise di incantevole poesia: il contrasto di uno stile che mantiene una sorprendente purezza, pur mostrandoci gli aspetti tristemente folli e crudeli di un genocidio, conducendoci nell'animo di una vittima di questi orrori e donandoci, in fine, la possibiltà di vedere attraverso ad essa, un sentiero che conduce verso la speranza, un respiro che pur giungendo a noi con il lieve "profumo di lavanda" ci avvolge con soprendente intensità,perchè insieme ad esso vi troviamo un dolore impossibile da cancellare.
"Dobbiamo scrivere le nostre storie nel cielo, perchè coloro
che verranno dopo possano leggervi le nostre lotte, il sale delle nostre ferite. Dobbiamo scrivere le nostre vite nel cielo, perchè coloro che vengono dopo vi leggano le nostre eterne rinascite.
La mia casa è diventata la terra."
Una storia vera, inserita in un contesto storico che tutti abbiamo il diritto di conoscere, ma prima di tutto il DOVERE DI NON DIMENTICARE!
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Commenti
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non immaginate neanche lontanamente quanto sto diventando ROSSA!!!!
1) Tu, Silvia sei divina e nessuno ti batte!!!
2) Maria Tesera : ricordo mi avevi chiesto se era difficile scrivere rece, ... beh... devo dire che con la tua prima ti sei dimostrata brava e coraggiosa!!!
grazie di cuore, mi riempite comunque di gioia, e ancor più ... mi commuovo perchè è un romanzo che non può fare a meno di toccarci nel profondo, e per questo temevo di cadare nel banale scrivendo...
bacioni a tutte e due!!!***
e ANCORA GRAZIE!!!***
Perfetto, inappuntabile.
a.
grazie a tutti!!!
@alfredo: perfetto...non lo so...comunque è ciò che mi è venuto dal cuore...GRAZIE 1000, CMQ***
@elfi: se riempie il cuore??? di più, di più!!!
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Hai reso pienamente giustizia a questo bellissimo romanzo.
Un abbraccio
Silvia