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la danzatrice bambina
Zabaida è una bambina che vive in un villaggio dell’Afghanistan con la sua famiglia, un giorno sola in casa decide di farsi un bagno ma purtroppo la tanica di kerosene che porta esplode e in un attimo il suo corpo è avvolto dalle fiamme. In un paese dove non esiste praticamente assistenza sanitaria Zabaida sarebbe stata costretta a morire dopo atroci sofferenze se non fosse stato per l’ostinazione di suo padre che decide di salvare questa figlia a tutti i costi, e, grazie all’aiuto degli abitanti del villaggio che gli prestano dei soldi riesce a portarla a Kabul e convincere un soldato americano ad aiutala.
Si apre così una catena umanitaria stupefacente e Zabaida viene trasferita in America per essere curata da un chirurgo plastico che si fa carico di questa grande impresa, il suo corpo è veramente devastato.
Lo stile di scrittura è quasi giornalistico, le conversazioni sono veramente pochissime, le varie fasi delle operazioni sono descritte in maniera minuziosa, ma nonostante questo il libro è veramente interessante emozionante e ricco di sentimenti , io l’ho trovato molto commovente e fa veramente riflettere su come può essere la vita in quei paesi, dove per poter andare all’ospedale bisogna percorrere chilometri su mezzi di fortuna , dove manca veramente tutto, tutto quello che noi occidentali abbiamo a portata di mano, però la cosa bella di questi luoghi è la solidarietà della gente, gli abitanti del villaggio non hanno niente, ma per potersi aiutare si privano anche di quel niente.
Un libro da leggere, per commuoversi e per riflettere .
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