Dettagli Recensione
Come Indiana Jones...
1923. Elvira Aranda, pittrice spagnola ma d’adozione francese, parte per la Cina a bordo di un postale a vapore, per andare a recuperare il cadavere del marito Remy , ricco industriale della seta assassinato in circostanze misteriose a Shangai dove era andato ad abitare, vent’anni prima, per amministrare le filande di famiglia. La accompagna l’indolente e corpulenta nipote Fernanda, adolescente rimasta orfana di entrambi i genitori ed affidata alla zia. Qui, Elvira scoprirà che il marito, dedito all’oppio e alla frequentazione di bordelli e sale da gioco, le ha lasciato in eredità solo una incommensurabile somma di debiti. All’Ambasciata spagnola in Cina, Elvira incontra un singolare giornalista irlandese, Patrick Tichborne che, informandola sulla realtà dei fatti manifestatisi intorno all’omicidio del marito, la mette in contatto con l’anziano antiquario Lao Jiang, amico di Remy. La soluzione di tutti i problemi di Elvira sarà quella di trovare dentro la casa appartenuta al marito un prezioso cofanetto, “ lo scrigno delle cento gioie”, oggetto che suscita l’interesse della mafia cinese locale, la cosiddetta Banda Verde, ma anche quello dei servizi segreti imperiali, del Kuomingtang e dei Giapponesi in piena mira espansionistica. Elvira trova l’oggetto conteso, la soluzione dei cui enigmi, porterà dopo un lungo viaggio di ricerca, alla scoperta della tomba del Primo Imperatore, in un luogo traboccante di straordinarie ricchezze. Insieme a Elvira, Patrick e Lao Jiang partono per questa missione segreta e pericolosa, Biao un intelligentissimo orfano cinese e il monaco taoista Giada Rossa, esperto di arti marziali e dotato anche di una sconfinata conoscenza e di un’innata saggezza. L’ambientazione è sicuramente ricca di fascino, il contesto storico e leggendario attendibile. E’ il disegno di un viaggio che ci porta a conoscere tradizioni cinesi antiche, come il Taoismo, il Feng Shui, il Tai Chi . E’ l’affiancato percorso di due culture, quella occidentale e quella orientale che, dopo un inizio intriso di diffidenza, si compenetrano e si comprendono, si rispettano. Ma è anche un cammino di rinnovamento e di radicale trasformazione interiore che, coinvolgendo tutti i personaggi, li guida verso il finale, intimamente differenti rispetto al momento della loro partenza. Nonostante queste note altamente positive, il libro manca di mordente, non trascina. C’è una certa insipidità di fondo nelle vicende narrate anche se condite qua e là con gradevoli pillole di saggezza e la storia si rivela capace di evaporare velocemente dalla mente del lettore senza lasciare apprezzabili tracce.