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Memorie di Adriano
Siamo di fronte ad un romanzo storico sui generis, dove l'approfondimento psicologico del personaggio prevale sugli eventi del passato.
E' questa a mio parere, la caratteristica peculiare dell'opera. L'unica voce narrante è quella di Adriano, il quale, nel vedere l'approssimarsi della morte, vede scorrere davanti a sé tutta la sua vita, fatta di doveri pubblici legati al ruolo ricoperto, ma anche da tutti gli aspetti privati, quelli che lo rendono uguale a tutti gli uomini. Ecco, allora, che l'autrice oltre a passare in rassegna le gesta di un imperatore, come è possibile leggere in qualsiasi romanzo biografico, fa emergere la vera anima di Adriano come uomo: gli amori, la famiglia, la giovinezza e la senilità, le gioie e le sofferenze.
Nel complesso è un testo di grande finezza intellettuale, ricco di spunti filosofici e dominato da un linguaggio erudito.
Ho trovato di grande interesse “i taccuini di appunti” che l'autrice ha posto in appendice al romanzo, grazie ai quali , ripercorrendo la genesi dell'opera, spiega al lettore cosa significhi, secondo i suoi canoni di scrittura “romanzo storico” e come sia riuscita ad entrare nell'animo dell'imperatore.
Sicuramente è un testo impegnativo da affrontare, consigliato maggiormente ai cultori della letteratura romana e greca, che apprezzino un elaborato supporto introspettivo del personaggio al nozionismo storiografico.
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