Il mercante di libri maledetti
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"Leggero"
"Leggero" e piacevole romanzo giallo storico con venature di thriller.
Scritto bene, con una buona trama ed alcune idee interessanti, ma anche con diverse "situazioni riciclate" da altri romanzi e film (Cliché usati), qualche caduta di stile (poche) ed alcune ingenuità evitabili che rendono l'insieme troppo prevedibile.
Il libro è colmo di enigmi "alla Umberto Eco" un po' troppo forzati che in alcuni casi sembrano proprio "inseriti a forza" tra le pagine.
Il protagonista è Ignazio da Toledo alla ricerca dell' l’Uter Ventorum, manoscritto proibito (che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli) e del suo vecchio amico creduto morto Vivïen de Narbonne. Braccato dalla Saint Vehme una congregazione segreta, guidata dal temibile “dominus”.
Al suo fianco Willame il suo "fin troppo fedele" amico (sembra una macchietta) abile con la spada e coraggioso ai limite dell'impossibile e Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare a Venezia, il quale lascia sbigottiti per l'ingenuità (ma questo è molto più credibile vista l'età e la sua storia).
La storia nell' insieme è piacevole e si lascia leggere volentieri, come ho già detto è un buon romanzo scritto molto bene. Non mi sono piaciute invece le descrizioni dei duelli che risultano poco credibili ai limiti del "cartone animato per bambini".
Consiglio la lettura ma solo se partite senza grandi aspettative.
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Alla ricerca del libro perduto
Ci troviamo nel medioevo e seguiamo un gruppo di uomini che interpretando una serie di enigmi cercano di rimettere assieme le quattro parti del fantomatico Uter Ventorum. Si tratta di un libro che sembra faccia perdere la ragione a questi antichi cavalieri solo all'idea di possederlo, Si racconta infatti che contenga le formula per evocare gli angeli e per acquisire poteri enormi.
Libro interessante dove si alternano enigmi con le relative soluzioni, e momenti di azione con combattimenti, inseguimenti e salvataggi fortunosi. Nonostante i personaggi siano parecchi e la trama intricata Simoni è riuscito a rendere il tutto chiaro e semplice, quindi le parole scorrrono veloci davanti agli occhi.
Peccato per il finale: sembra quasi sia stato buttato lì tanto per finire in qualche modo.
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Alla ricerca del mistero degli Angeli
Ho deciso di affrontare questo romanzo di Marcello Simoni per puro caso, rinvenendolo in un mercatino dell’usato a un prezzo stracciante.
Trama intrigante, detentore di premi piuttosto importanti, spacciato per un successo internazionale è comunque un romanzo criticato dalla maggioranza per banalità, lacunosità. Insomma , non che mi aspettassi granché da “Il mercante di libri proibiti”, peraltro esordio di uno scrittore emergente.
Invece, già dall’ inizio, è stata una vera bomba di emozioni. Forse perché le letture precedenti mi avevano entusiasmato poco, forse perché non sono un lettore troppo pretenzioso, fatto sta che fin dalle prime pagine ne sono rimasto piuttosto soddisfatto.
Marcello Simoni ci accompagna in un tour tra biblioteche, cattedrali, monasteri in giro per l’Italia e la Spagna. L’atmosfera è quella tipicamente medievale, in cui si sente odore di scartafacci, pagine invecchiate, candele , ma soprattutto mistero, sapienza. Descritto da molti storici contemporanei come un periodo pessimistico, il Medioevo, al contrario, è un momento in cui speranza ,fede spingono l’uomo persino oltre i propri limiti pur di giungere alla VERITA’. E in ciò c’è ben poco di pessimistico.
In questo caso la tanto anelata verità si cela tra le pagine di un manoscritto, l’Uter Ventorum, letteralmente “Otre dei venti”, in grado di far evocare entità angeliche a chi ne entri in possesso.
A desiderarlo fortemente ci sono più persone: Ignazio, mercante di reliquie e libri dal passato poco chiaro, mente acuta e spiccante intelligenza , motore d’azione di tutto il romanzo; Vivien, vecchio amico e “collega” di Ignazio; la Saint Vehme, una congregazione segreta che affonda le proprie radici ai tempi di Carlo Magno, nata con il nobile fine di mantenere l’ordine nell’impero, che però nel tempo è andata incontro alla degenerazione. Guidati da un leader di cui non si conosce l’identità, e semplicemente chiamato “dominus”, perseguitano Ignazio e chi come lui vuole il manoscritto, indossando maschere appariscenti e vesti nere.
Sin dalle prime pagine i ruoli appaiono ben chiari: si riconoscono i buoni e i cattivi, o almeno si è convinti di riconoscerli. Non mancano, infatti, i colpi di scena che animano un giallo-storico dal ritmo concitato, capace di catturare il lettore. I capitoli brevi, la lingua scorrevole contribuiscono sicuramente a rendere il tutto ancor più piacevole.
La parola che più si addice a questo esordio di Marcello Simoni è, quindi, senza ombra di dubbio, PIACEVOLEZZA.
Non è così per quanto riguarda i contenuti. In questo senso le mie aspettative anche se medio-basse sono state deluse. Come ho già affermato siamo di fronte a un “giallo-storico”: sul fatto che sia un giallo, niente da discutere. La suspance non manca- anche se a tratti la trama è un po’ prevedibile , gli enigmi un tantino forzati- e il tema centrale è sicuramente quello della ricerca.
Ma di storico ha molto di meno. Lo sfondo medievale è un po’ come l’aroma di un mazzo di fiori : a tratti si sente, l’autore lo avvicina al naso del lettore, ma per poi allontanarglielo per la maggior parte del tempo.
Avrei gradito excursus storici, digressioni sulle cattedrali, sui dipinti, sui luoghi visitati.
Il risultato è un romanzo un po’ annacquato, sicuramente non paragonabile a “Il nome della rosa”, ma inaspettatamente molto piacevole, in grado di catturare.
Se cercate una lettura relativamente rapida e non troppo impegnativa “Il mercante di libri maledetti” fa al caso vostro.
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IL mercante dei libri maledetti
Un giallo storico, ambientato nel basso medio-evo, di facile e scorrevole lettura, anche dovuta alla brevità dei capitoli, in cui si susseguono in maniera incessante intricati enigmi indirizzati alla ricerca di un potere magico e soprannaturale celato tra le pagine di un libro fantasioso che vari gruppi di persone sono disposte a rischiare la vita pur di venirne in possesso; la trama è avvincente per la quasi totalità del romanzo, ma la fine dello stesso lascia a desiderare, e perde di mordente, per la banalità e piattezza della narrazione. Avrebbe meritato un consenso superiore qualora maggiormente curato nei dettagli finali.
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UTER VENTORUM
Chi ama le ambientazioni medioevali, e le avventure di personaggi leali e coraggiosi, contrapposte a intrighi di potere, troverà pane per i suoi denti in questo romanzo – triller.
La bramosia per il ritrovamento di un testo ‘’uter ventorum’’ l’otre dei venti, è il fulcro del racconto.
Un mercante di reliquie ispanico, Ignazio da Toledo, uomo colto , scaltro e leale; un fedele amico franco –arabo, Willame, scampato ad una strage compiuta dai crociati, durante l’ultima guerra santa, Uberto, giovane studioso, cresciuto nel monastero di S. Maria del mare, Venezia.
Dopo quindici anni trascorsi a fuggire dalle grinfie dei Veggenti, interessati al ritrovamento del famoso libro Uter Ventorum che sembrerebbe in grado di donare potere inaudito grazie all’evocazione degli angeli, Ignazio e Willame giungono Venezia, siamo nel milleduecento diciotto.
Un monaco, Vivien de Narbonne, grande amico di Ignazio, è scomparso da tredici anni , creduto morto, ma molti indizi fanno pensare il contrario.
Inizia così la ricerca del testo che contiene ricette per le evocazioni celestiali, su commissione di un abate…… insomma non si può raccontare, si deve leggere.
Sconcertata dalle recensioni negative, credevo di essere atterrata su un pianeta sconosciuto, in quanto non riuscivo a smettere di leggere il romanzo in questione, affascinata dalla storia e dai personaggi.
Improvvisamente, vedo , guarda caso, una maschera rossa, (come quella del triller?) icona di bruno elpis scoprendo che il libro è piaciuto tantissimo anche a lui.
Rincuorata da ciò ho ritenuto di essere ancora sulla terra, anche se la storia mi aveva catapultata nel medio evo.
A parte gli scherzi , se tutti i libri brutti contano almeno sessanta recensioni qui su qlibri, credo che Marcello Simoni possa ritenersi soddisfatto.
Concludendo, ho apprezzato molto questo triller, mi ha coinvolta , ho amato i suoi protagonisti .
Interessante la questione relativa alle reliquie, che per lo più erano solo bufale.
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Grossa delusione
Sono rimasto molto deluso da questo romanzo, e oltre a ciò mi sento anche ingannato. Sicuro di avere effettuato un buon acquisto, convinto soprattutto dalla solita fascetta che riporta la scritta "sedici edizioni in tre mesi, enigmatico come il nome della rosa eccetera eccetera" credevo di avere tra le mani un bel romanzo, coinvolgente e appagante ma così non è stato. Anche a causa della campagna pubblicitaria, cui ricordo mesi fa ne era stato protagonista. Senza dimenticare naturalmente il titolo di vincitore del premio bancarella 2012.
D'altra parte questa mia ennesima recensione penso sia inutile, considerate le altre sessanta che mi precedono, tuttavia ho voluto comunque dire la mia proprio a causa della delusione in cui sono incappato.
La trama innanzitutto non è nulla di che, non aggiunge niente di innovativo, nessun nuovo genio della letteratura italiana all’orizzonte. Certamente questo non è un problema, si sa che non è certo cosa facile inventarsi qualcosa di nuovo, per cui va benissimo usare clichè usati e strausati, a patto però di gestire il tutto con una certa capacità. In altre parole, preferisco un film con una trama "normale" e curato, piuttosto che un film zeppo di effetti speciali strabilianti e una trama inesistente.
Così abbiamo una trama semplice che purtroppo non riesce a svilupparsi in modo coinvolgente, con dei protagonisti che si muovono su binari prevedibili, facendo, dicendo, e comportandosi in modo scontato. Questo è un peccato perché se i personaggi avessero avuto un briciolo di spessore in più, il romanzo sarebbe stato molto più bello. Invece abbiamo una girandola di individui poco approfonditi, quasi degli sconosciuti che si aggirano per pagine e pagine come se fossero, per la mente del lettore, quasi degli estranei. E' come guardare un film senza audio: non si riesce ad affezionarsi ai protagonisti. E poi sono eccessivamente stereotipati: Willalme per esempio è il tipico "cavaliere medievale senza macchia e senza paura" uomo d'arme di consumata esperienza che (naturalmente) non sbaglia una parata e non manca una stoccata. Insomma, quando arriva lui siamo tutti tranquilli, Ignazio è in una botte di ferro cosicché si intuisce che nessun colpo di scena potrà mai arrivare da questa parte.
Carine sono le descrizioni dei paesaggi ed è apprezzabile che l'autore ricami con frasi ricercate il sorgere di un alba o quant'altro, ma tutto questo dura poco. Procedendo con la lettura questa eleganza gergale scompare, peccato.
La parte che mi interessava davvero, cioè gli enigmi "alla Umberto Eco" mi hanno procurato la delusione maggiore. In un contesto storico cupo e misterioso come questo, in cui abbondavano le superstizioni, e il lettore si immagina pergamene ingiallite e dimenticate, sotterranei umidi mal illuminati da qualche fiaccola e rituali misteriosi, personalmente mi aspettavo molto di più.
Invece, ne emerge solo qualche indovinello, a dire il vero pochi e semplici, risolvibili per giunta in pochissimo tempo e senza fatica. Questo sottolinea ancora una volta la superficialità dell'insieme. Peccato di nuovo, se l'autore avesse speso un trimestre in più nello descrivere e particolareggiare meglio il romanzo sarebbe stata una gran cosa.
Va bene, è il suo primo lavoro, ci sta tranquillamente.
Ultima considerazione: quando finisco di leggere un buon romanzo mi rimane per qualche giorno l'attaccamento al protagonista, il piacere di aver letto una storia decisamente piacevole, un marcato senso di soddisfazione, ecco.
Quando ho finito questo, il pomeriggio successivo l'avevo già dimenticato. Non mi ha lasciato nulla.
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Il mercante di libri maledetti
"Il mercante di libri maledetti" è il romanzo di esordio del giovane scrittore italiano Marcello SImoni.
Questo romanzo narra delle avventure di Ignazio da Toledo, mercante di reliquie, nella ricerca di un misterioso quanto pericoloso libro, l' Uter Ventorum.
Nella sua ricerca sarà affiancato dal francese Willalme e da Uberto, un giovane ragazzo che viveva in un monastero italiano e di cui si scoprirà alla fine qualcosa di molto importante.
Lo stile è semplice e ricercato contemporaneamente, con una ricerca attenta ai termini migliori da usare per trasmettere nel giusto modo il messaggio.
Il contenuto è pienamente soddisfacente, una bella storia con una trama semplice ma d'effetto.
Ho trovato questa lettura molto piacevole e leggera, perfetta come pausa dopo un libro un po' più impegantivo.
COnsiglio la lettura a chiunque abbia voglia di passare del tempo in compagnia di un libro di non troppe pretese ma sicuramente appassionante.
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Sotto le aspettative
Non mi dilungherò in una recensione dettagliata, vorrei solo ragguagliare coloro i quali stessero per iniziare a leggerlo di non farsi troppe aspettative.
Fosse stato un volume trovato in qualche angolo e mezzo sconosciuto sarebbe stato quasi piacevole, tuttavia iniziandolo dopo essere stato quasi bombardato da giudizi positivi e pubblicità insistente la lettura è stata deludente.
Tengo anche a precisare che sfortunatamente per questo libro, è stato iniziato iniziato dopo aver appena riletto IT, il piccolo principe e Dune, quindi poverino si è trovato a dover reggere il confronto con dei giganti, dei titani anzi.
L'impressione che ho avuto leggendolo subito dopo questi elencati è che l'intreccio fosse inesistente e la trama seppur carina non particolarmente coinvolgente. Immedesimarsi con i personaggi non è stato possibile nonostante ne avrei avuto piacere . Aggiungerei anche che manca di ritmo, il libro è abbastanza veloce, ma mantenendo sempre la stessa velocità relativamente alta si perde la percezione del mutamento non essendo alternata a momenti di tranquillità, se non forse un capitoletto. Non fraintendete, non è un brutto libro, tuttavia (indipendentemente dalle vendite) non lo farei rientrare nella categoria best seller. Mi spiego meglio, per best seller non intendo letteralmente campione di vendite o il libro che va di moda che piace a tutti e quindi vende. Per best seller intendo quei libri destinati a diventare pietre miliari della narrativa, o che semplicemente rileggereste volentieri dopo qualche anno.
Ok, mi son dilungato troppo: il mio suggerimento è questo: se non avete grosse aspettative e cercate una lettura leggerissima per tenervi compagnia sul treno sicuramente leggerlo male non va e può risultare piacevole se non lo caricate di aspettative. Se cercate qualcosa che vi rapisca ed assorba, almeno basandomi sulla mia esperienza, non consiglierei questo libro.
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Una lettura spensierata.... forse anche troppo
Il mercante di libri maledetti narra la storia di un venditore ambulante di reliquie indotto da un misterioso e sfuggente amico a cercare il cosiddetto libro degli angeli, che si sussurra possa conferire poteri straordinari. Ad accompagnarlo il fedelissimo guerriero francese Willalme, dal passato oscuro e un giovane brillante ragazzino, Uberto. La vicenda si svolge in Italia, Francia e Spagna, nel medioevo, tra villaggi polverosi, monasteri e città caotiche. A movimentare il racconto, la presenza di una violenta setta di fanatici, sempre all’inseguimento dei tre, e disposti ad ottenere il libro ad ogni costo.
La copertina del romanzo recava una serie di elogi strabilianti, che arrivavano a definire l’autore “il nuovo Umberto Eco”. Mi sono sembrati subito fuori luogo e spropositati. Io da grande superficiale giudico quasi sempre il libro dalla copertina. Penso che se un’opera sia grande e seria al punto giusto non abbia bisogno e non ritenga corretto servirsi di questi strumenti un pochino furbi.
Il Mercante di libri maledetti si legge in modo scorrevole e leggero. Forse anche troppo. Ho letto il romanzo in una settimana di fuoco, con tre grossi esami sulle spalle, senza il minimo sforzo mentale. Questo può significare solo due cose: o lo scrittore è un nuovo genio del nostro tempo, di quelli capaci di sintetizzare contenuti di notevole spessore in una storia agevolissima…. Oppure il libro è decisamente troppo leggero, sotto ogni punto di vista. Propendo più per la seconda.
La storia non è brutta, ma secondo me banale. Sembra la copia mal riuscita dei romanzi di Dan Brown. I personaggi hanno i loro caratteri, che vengono però enfatizzati all’eccesso, originando non persone vere, ma stereotipi. E’ difficile affezionarsi a loro e dunque al romanzo.
Ignazio de Toledo è il tipico intellettuale misterioso e eversivo, osserva il mondo dai suoi profondi occhi azzurrini. Un’idea carina se vogliamo, a cui l’autore non è riuscito a dare la giusta veridicità.
Segue Willalme, eroe forte e vigoroso, banale nel suo passato misterioso.
Il personaggio secondo me più ben riuscito e Uberto il giovanissimo della combriccola. Pur sforzandosi si riesce a percepire la fragilità della sua giovane età e tutti i suoi sogni.
Nel Mercante di libri maledetti sono presenti due cattivi di cui non posso rivelare il nome. Uno di questi, la cui posizione è potente e temibile non fa affatto paura e probabilmente dovrebbe.
Il romanzo è scritto sicuramente bene. Ho trovato piacevoli le descrizioni paesaggistiche. Però anche nella scrittura, ahimè, ho qualcosa da ridire. Nelle primissime pagine si percepiva lo sforzo dello scrittore, che in esse ha concentrato descrizioni poetiche e suggestive e quant’altro, come se dovesse riempire il vaso di pandora. Ha cesellato ogni particolare. Poche pagine dopo, quasi come un palloncino sgonfiato, il tutto si è abbassato di tono. Lo stacco era troppo evidente. Non so voi, ma queste cose un lettore non le dovrebbe notare, è stato un errore un po’ da dilettanti.
DUNQUE COME CONCLUDERE? Non mi sento di dire che è un libro brutto. Semplicemente, dopo la lettura non ti da nulla: niente di buono né di cattivo. L’ho dimenticato davvero troppo in fretta.
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Insulso, e di una bruttezza imbarazzante
Chi scrive bene di questo libro o non ha mai letto un bel libro oppure è in mala fede. Se in Italia esistesse la meritocrazia vera (se non fosse solo una parola del vocabolario), solo un editore a pagamento lo avrebbe pubblicato. Tecnica? quale? Stile? vomitevole. Pathos? zero. Trama? risibile. Sembra uno di quei fantasy opera di quindicenni in cui i protagonisti girano da un posto all'altro tanto per riempire le pagine. E poi, qualche chicca: in questo "libro" i protagonisti non "dicono" (disse tizio) quasi mai ma soprattutto "proferiscono" (proferì tizio!), poi qualcuno dovrebbe spiegare all’autore che non è perché la storia è ambientata nel medioevo allora il narratore si deve esprimere allo stesso modo invece che in un italiano semplice e moderno... guarda che se scrivi semplicemente “carro” non ti arresta nessuno; i "cattivi", nel 1200 pare abbiano il rilevatore satellitare, e ovunque vadano i buoni (Italia, Francia, Spagna) manco un'oretta ed ecco che vengono ritrovati dai "cattivi”.
Dicevamo dello stile: “La notte si diluiva in un mattino grigio e senza luce”, va be’ ci può stare ogni tanto… poi “Il sorriso ambrato del mattino coloriva i tetti di Venezia”, uffa… “La luce dell’alba iniziava a insinuarsi nei sobborghi di Tolosa” qui va già meglio, ma “L’alba coronava i Pirenei con la sua luce dorata, metallo incandescente in procinto di liquefarsi e di colare sui pendii in budelli di fuoco” no comment… “Sebbene la luce pomeridiana indorasse ogni angolo della camera”, no comment… “La calura di fine agosto languiva dopo il tramonto” basta!, “La notte si dissolveva nel torpore di un cielo rosato”, mi fermo qui…
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VENEZIA-SANTIAGO CON IL MERCANTE
Ignazio da Toledo è un uomo colto, imprevedibile e dalle mille intuizioni. Appassionato di libri da anni gira per il mondo alla ricerca di reliquie di Santi e manoscritti che richiamano varie credenze e culture.
Willalme de Bezièrs è un combattente prodiglioso, dalle fattezze nordiche ma, dalle armi arabe, parla poco e segue Ignazio come una ombra, molti i misteri sul suo passato.
Uberto è un ragazzo, sveglio ed intelligente. E' stato allevato dai confratelli del monastero di Santa Maria del Mare, essendo il pargoletto di genitori ignoti. Ma la carriera ecclesiastica non si confà alla curiosità ed alla voglia di scoperta del giovane.
Questi sono i protagonsti che la penna di Simoni mette sulle tracce di un libro l'"Uter Ventorum", che si narra, abbia il potere di evocare gli Angeli del Cielo.
Ma sul libro non ci sono solo il mercante di relique ed i suoi due compagni d'avventura, ombre di una misteriosa confraternita, disposta a tutto per avere il prezioso scritto seguono la compagnia, lasciando scie di terrore e di sangue.
Un buon esordio questo di Simoni, un libro diretto e ben strutturato, alcuni passaggi ed il finale possono sembrare scontati ma, la struttura è ben architettata e alcuni colpi di scena sono molto efficaci.
Il libro mi ha preso e devo dire che l'avvincendarsi di rapidi capitoli mi ha invogliato a divorarli in maniera rapida.
Non credo sia un capolavoro da paragonare ad Eco o a Follett, questo no di sicuro ma, è un lirbo dinamico con un'ambientazione storica interessante.
Francamente, nonostante il Premio Bancarella, come autore di thriller storici, preferico Colitto a Simoni, ma questo è un mero giudizio personale.Rimane comunque un buonissimo esordio ed un libro che si lascia leggere con piacevolezza.
Buoan lettura
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Niente più che una piacevole lettura
Non parlo da esperto, ma non ritengo che questo libro sia un opera eccellente. Lo vedo come una lettura piacevole, i capitoli scorrono assai veloci, lo stile è chiaro e semplice. All'inizio ho avuto l'impressione che l'autore volesse fare sfoggio di nomi, italiani e latini, dando per scontato che il lettore medio li conosca. Come invito alla ricerca è anche valido, peccato che, per quanto mi riguarda, dà solo un po' fastidio. Le ultime 3 pagine vanificano la trama dell'intero romanzo, finale buttato lì con colpo di scena degno di "Carramba, che sorpresa!". Contenuti edificanti: zero, non mi è rimasto nulla, a parte la mia incapacità a figurarmi il protagonista principale con un volto diverso da quello di uno Sean Connery incappucciato... Terminato, messo sullo scaffale, non rimpiango di averlo letto durante le pause notturnedi lavoro, ma sono certo che non lo riaprirò mai più.
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il mercante di libri maledetti
Quando ti paragonano a Eco o Ken Follett, non puoi non deludere, è ovvio che chi si accinge a leggere un libro con queste premesse è carico di aspettative che nel 99,9 % dei casi verranno deluse. Il povero Simoni per questo mi ispira tanta simpatia e lui ce la mette davvero tutta per essere all'altezza ma purtroppo non ci riesce. L' idea di fondo di questo romanzo non è male, la vicenda in sè potrebbe anche essere interessante, ma la lettura non decolla, i personaggi sono privi di spessore, i capitoli sono troppo brevi e frammentando la narrazione, la faccenda degli enigmi troppo macchinosa per poi finire in modo troppo sbrigativo.
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Lettura piacevole
Ho letto questo romanzo, opera prima di Simoni, dopo aver letto "La biblioteca perduta dell'alchimista", ricevuto in regalo per Natale. Il personaggio di Ignazio mi è piaciuto, un po' fuori dal suo tempo, già anacronisticamente "illuminato" e pragmatico in un'epoca dominata dalla supertizione e ancor ben lontana dalla rivoluzione scientifica di là a venire e quindi molto vicino a noi, moderno. A chi muove critiche all'insufficienza di contestualizzazione storica, rispondo che c'è tutto il necessario per calarsi nel Medioevo, viaggiando con la fantasia anche attraverso i piccoli particolari già elencati in altre recensioni. Chi vuole la disquisizione storica, forse dovrebbe cercare qualcosa di più di un romanzo di amena lettura. Gradevole lo stile, veloce con l'alternarsi dei punti di vista. Un po' inaspettato, e forse poco fedele al personaggio, l'episodio conclusivo di Ignazio con l'Uter Ventorum.
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Enigmatico,avvincente...inconcludente
E' un quadro d'autore incompleto questo romanzo d'esordio dove il protagonista Ignazio di Toledo viaggia tra Spagna, Francia e Italia medioevali per riuscire a trovare il tesoro. Accompagnato dal fidato Willalme, analfabeta, ma combattivo e dall'inesperto Uberto, gracile, ma colto, affronta molti ostacoli, supera prove di forza e di arguzia, abbattendo insidie e schivando trappole di falsi amici.
Trama ricca raccontata, in maniera sapiente, attraverso gli occhi degli attori, evidenziando così molteplici punti di vista senza mai essere noiosa o ridondante. La guerra all'eresia e la caccia alle reliquie, sullo sfondo, imbrattano la tela su cui vengono dipinti, a tinte forti, i personaggi che evolvono con il racconto, impreziosendosi di doti e qualità ed anche ricredendosi sulle proprie iniziali convinzioni, come il nobile decaduto Slawnik.
Efficace all'incalzare della storia, anche la suddivisione in capitoli, brevi e ritmati, raggruppati in sezioni che richiamano i punti salienti della corsa verso il tesoro.
Insomma, c' è proprio tutto in questo libro per farlo essere una grande opera, manca solo il finale! Deludente, sciatto e inconsistente, inutile anche per la creazione di un sequel, è una macchia nera su una tela suggestiva ed emozionante.
Che amarezza!
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Persino per imitare Dan Brown ci vuol mestiere
Prendete Dan Brown in ottima forma, con storie di angeli e massoni varie che gli frullano nella testa. Aggiungete un pizzico de "La cattedrale del mare" e due pugni abbondanti di pathos à la Ken Follett. Fatto?
Bene, ora mettete tutta la narrazione in bocca a Giacobbo un venerdì sera su Raidue.
Shakerate con forza ed otterrete questo libercolo, che a tratti sembra addirittura giocare a "Il nome della rosa" senza ovviamente avvicinarcisi nemmeno epr errore.
Anche no.
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Il grande bluff
Mi sono fatta convincere dal paragone con Umberto Eco ed eccomi incappata in un caso di pubblicità ingannevole... già dopo le prime pagine infatti ho cominciato a rimpiangere i soldi spesi; è un libro a dir poco imbarazzante per la prevedibilità della trama (niente più che un centone di idee prese da altri), lo stile di scrittura elementare e piatto ma soprattutto non ha niente a che fare con gli autori cui è stato indebitamente paragonato. Assolutamente sconsigliato agli amanti del genere.
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Paragonabile ai pilastri della terra?!?
Ho appena finito con fatica questo libro, non per la pesantezza, ma per il fatto che la trama non è affatto avvincente. E' un libro molto scorrevole e veloce da leggere, ma la trama l'ho trovata assolutamente priva di spessore. Gli accenni storici sono buttati ogni tanto qua e là ma senza approfondire, mischiando ogni tanto un pò di misteri religiosi, ma appunto, non approfondendoli, restano lì un pò in sospeso e non riesconono a tenere veramente il lettore "preso" dalla trama. Inoltre anche i personaggi sono un pò scialbi e la storia delle loro vite scontatissima. Detto questo se qualcuno volesse leggerlo non lo sconsiglio del tutto, però non bisogna avere alte pretese. Parlo così solo perchè leggere sulla copertina il paragone con i Pilastri della Terra mi ha lasciato un pò atterrita, perchè questo libro è lontano anni luce!
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"Il mercante di libri maledetti" - Commento di Bru
Commentare un romanzo che può fregiarsi di un doppio riconoscimento (finalista al premio Salgari e vincitore del Premio Bancarella 2012) è pur sempre una responsabilità. Anche perché il romanzo di Marcello Simoni trabocca di richiami alla storia, alla tradizione, all’arte e … alle scienze occulte.
Quanto all’ambientazione storica, la vicenda si svolge nel 1218, con un antefatto del 1205 narrato nel prologo. Siamo pertanto nel bel mezzo dell’alto medioevo (il periodo che, per convenzione, va dall’anno 1000 alla scoperta dell’America) e quindi i riferimenti sono agli ordini monastici (benedettini e domenicani su tutti), alle eresie (in primis quella dei catari e quella albigese), alle tensioni e alle tresche nell’ambito del potere temporale della Chiesa, alle crociate (la quarta crociata culmina con la caduta di Costantinopoli del 1204, mentre nel 1215 si comincia a concepire la quinta crociata) e ai templari …
In questo contesto il protagonista, Ignazio da Toledo, professione mercante di reliquie, si aggira pur consapevole che “i religiosi abusano del culto delle reliquie, rendendolo simile all’idolatria e alla superstizione”.
Con due fidi seguaci, “l’ispanico” affronta un viaggio rocambolesco tra Italia, Francia e Spagna, nell'intento di rintracciare un libro misterioso: l’Uter Ventorum o Otre dei venti, strumento per praticare la ‘teurgia’ ossia l’evocazione degli angeli “disposti a rivelare i segreti dei poteri celesti”. Il libro è stato suddiviso in quattro parti, ciascuna custodita in un luogo designato da un crittogramma. Per individuare i nascondigli, occorre risolvere quattro coppie di indovinelli.
Con questi ingredienti, la trama è decisamente intrigante e la lettura avvincente: le pagine si girano da sole e il lettore non si stacca dal libro, divorato da una curiosità compulsiva.
Romanzo a sfondo storico? Esoterico? Thriller? Fantasy, soprattutto per il tema angelico?
Noi non ci curiamo di classificare il romanzo in un genere e gustiamo particolari come: carta araba e penna d’oca, pagine di pergamena, pugnali cruciformi, scimitarre in ferro di Damasco e Jambiya, “omicidi, avvelenamenti, torture e sotterfugi”, doppiere, fiaccole e lucerne … Noi, ovviamente, è plurale maiestatis e sta per …
… Bruno Elpis
Chi fosse interessato, può leggere la mia intervista all’autore sul mio sito, a questo link:
http://www.brunoelpis.it/le-interviste/333-intervista-a-marcello-simoni-autore-del-romanzo-vincitore-del-premio-salgari-e-del-premio-bancarella-2012
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Mi è piaciuto
Esordio di tutto rispetto per questo giovane scrittore che ha saputo raccontare con stile e dovizia di particolari un'intreccio di amicizia e avventura (con buona dose di inganni) in un periodo storico decisamente buio e misterioso, dominato dalle credenze e dalle condanne da esse causate per mano della Chiesa.
Il mercante Ignazio è una figura ambigua, poco "definita" dalla penna di Simoni, forse per stimolare l'immaginazione del lettore ed accentuare la curiosità in merito al personaggio e al suo trascorso... Chissà.
Mi sarebbe piaciuto di più se l'autore si fosse maggiormente dedicato ai segreti contenuti nell'Uter Ventorum e al suo potere piuttosto che snocciolare indizi da decifrare più volte tipo caccia al tesoro.
I capitoli sono brevi, nel complesso è una lettura scorrevole e leggera.
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Altamente deludente
Ho comprato il libro al premio bancarella, essendone il vincitore, e proprio per questo mi aspettavo qualcosa di molto meglio. Non riesco neanche a definirlo un libro da leggere sotto il sole, in quanto mi è sembrato che l'autore avesse voluto scrivere una storia alla stregua dei molti romanzi scritti dopo il codice da vinci... con indovinelli, rocambolesche fughe e grandi intrecci. In realtà invece la trama era confusa, per nulla avvincente, prevedibile e un po' noiosa, e lo stile asciutto ma sarebbero state gradite, a mio parere, maggiori descrizioni paesaggistiche e in merito ai personaggi, che sono appena abbozzati. Un tentativo di scopiazzare un genere che notoriamente vende... ma a mio parere è stato un tentativo fallimentare... anche se l'autore ci ha guadagnato il premio bancarella, che in passato è stato vinto da ben altri scrittori! Insomma, molto deludente.
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Poca storia, tanta azione
Non credo sia da considerare un vero e proprio romanzo storico. Sì, l'ambientazione è quella medievale, i luoghi sono nominati e anche gli anni, ma di storico, a parte questi ultimi, c'è ben poco.
L'azione è focalizzata solo sulla caccia al libro misterioso, l'Uter Ventorum, e ben pochi paragrafi sono dedicati ad una descrizione di tipo politico e sociale, come invece accade nei veri romanzi storici.
La "storia" in questo libro (non l'intreccio, eh!) bisogna un po' immaginarsela, perché l'autore si focalizza molto di più sui misteri, sugli enigmi e sulle fughe a cavallo. La "telecamera" di regia si sposta da un personaggio all'altro come in un film e questo è un bene per un thriller.
Ripeto, non chiamiamolo "romanzo storico", ma piuttosto "thriller storico".
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APPASSIONANTE
Un buon lavoro a parer mio. Il misterioso protagonista della trama è Ignacio, un mercante di libri e cimeli medievali che è implicato nella ricerca delle quattro parti dell’ “Uter Ventorum” , un libro esoterico che in virtù delle sue doti magiche fa gola a tanti. La storia è ricca di pathos e colpi di scena che si susseguono a ritmo elevato , rendendo così la lettura agevole ed incalzante. I personaggi sono interessanti per quanto indecifrabili, avvolti da una cappa di mistero ed oscurità, che solo alla fine del libro verrà almeno in parte svelata. Atmosfere medievali che si articolano tra castelli, cattedrali, cavalieri templari, intrighi , tradimenti e crudeli duelli. Tuttavia nel finale quando Ignacio svela a Uberto (il novizio che lo accompagna per quasi tutta l’avventura) l’identità del suo vero padre, si rasenta un po’ la banalità che definirei quasi da “Beautiful” ma nel complesso la lettura è stata sempre gradevole e quasi mai scontata. All’inizio temevo che un archeologo (lo scrittore), potesse appesantire i vari passaggi con lunghi saggi del proprio sapere ed invece devo dire che le descrizioni sono sempre calzanti ma mai ridondanti di conoscenze tecniche, come ahimè è accaduto in altri libri che ho letto ultimamente. Ho apprezzato particolarmente, verso la fine del romanzo, il messaggio che l’autore esplicita con l’atto di pentimento dell’aguzzino Slawnik che rendendosi conto dell’inutilità delle efferatezze commesse, rinnega gran parte della sua vita passata e quei poteri forti da cui è stato tratto in inganno. Insomma la giusta misura di ogni ingrediente per una prima opera che merita di essere letta ed apprezzata.
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Otre dei venti
Non posso essere obiettiva nel recensire questo thriller, perchè non amo molto le storie ambientate nel periodo del Medioevo. Più di un personaggio è alla ricerca di un manoscritto raro e pericoloso, un libro in grado di sciogliere misteri inimmaginabili, perchè contiene il metodo per evocare gli angeli, per farsi rivelare i segreti dei poteri celesti. La trama è intessuta di enigmi e indovinelli; è affollata di personaggi; è esageratamente intrisa di mistero. Nel complesso non è un libro che mi sento di consigliare, se non per gli amanti del genere che magari possono ritrovarvi emozioni che io personalmente non ho provato. L'unica immagine che mi è rimasta è la sensazione di essere dentro una ragnatela, di cui non si scorgono i contorni.
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avvincente
Siamo nel XIII secolo, il mercante di reliquie Ignazio da Toledo riceve l'incarico di rintracciare un libro unico, l'"Uter ventorum", l'Otre dei Venti, che permetterà al suo possessore di evocare nientemeno che gli Angeli.
Ben presto il protagonista viene a conoscenza del fatto che il libro è stato diviso in quattro parti e queste sono disseminate per Mezza Europa. Il viaggio di Ignazio di snoda così tra Italia, Spagna e Francia, ma non è solo un viaggio alla ricerca del libro misterioso, è anche un viaggio sulle tracce del proprio passato e delle persone a lui più care...
Bello, a tutto tondo, mai banale, mai noioso, scritto magistralmente anche nella forma mai ampollosa ma allo stesso tempo accurata nel descrivere particolari e situazioni. Se l'è cavata egregiamente anche nel finale che non era di facile soluzione dopo aver messo così tanta carne al fuoco...
Da non perdere
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Un grande esordio!
Bello!! Oh finalmente un altro libro di un autore italiano scritto bene, avvincente, coinvolgente, intrigante, scorrevole e... chi più ne ha ne metta!! Non ha la pretesa nè di essere il sostituto de "Il nome della rosa" (insostituibile), nè la sua brutta copia, nè tanto meno un facsimile de "I pilastri della terra" ; è un libro che, sì, rientra nel genere, ma ha una sua "personalità".
Il mio commento non può non essere positivo! Un grande libro di esordio di Marcello Simoni!
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Una prima opera avvincente
Ero scettica all'inizio. L'avevo visto mesi fa riposto su uno scaffale dell'Auchan insieme ad una miriade di altre nuove pubblicazioni, tutte scenograficamente suggestive ma identiche! La copertina si sa è uno dei primi elementi che segna il legame tra lettore e libro, ma vederli tutti così belli e ordinati mi ha fatto presagire il vuoto contenutistico di ciascuno.
Venerdì scorso invece la fogorazione: ero in biblioteca e il libro, posato sul carrello che l'avrebbe riportato al suo posto, mi ha chiamata!! Vi è mai capitato? A me è la seconda volta. Girare lo sguardo verso un punto, venire catturati da un libro, e volerlo a tutti i costi. Portato a casa l'ho divorato in tre giorni. Trama appassionante e intricata, personaggi che svelano la loro identità, il loro passato e i loro obiettivi poco per volta, suscitando maggior desiderio nella prosecuzione del romanzo. La semplicità dello stile, dovuta alla freschezza dello scrittore, rende il tutto degno di essere letto ed amato come prima opera di un giovane autore di cui, io personalmente, aspetto le prossime opere per sincerarmi di un'ulteriore crescita narrativa.
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delusione
Appena visto il titolo ho esclamato "lo voglio", sarò banale, ma sono attirata dai titoli più che dalle recensioni che si solito non leggo prima di iniziare un libro. Ora a lettura completata posso dire di essere rimasta abbastanza delusa; innanzitutto l'argomento è potenzialmente molto interessante (anche se complesso), ma andava analizzato e spiegato meglio, così è quasi incomprensibile. In secondo luogo l'ho trovato un romanzo molto lento, con poche scene d'azione, e poco scorrevole, spesso si fatica a capire il nesso tra i vari personaggi e con gli avvenimenti. Il "famoso" segreto è lampante da metà libro e il finale fa rabbrividire. Insomma lo definirei una "lettura da spiaggia" ma nulla di più, sicuramente non paragonabile a "il nome della rosa" o "i pialstri della terra". Diciamo che è stato ben pubblicizzato. L'autore si "salva" solo perchè è il primo libro, vediamo cosa combinerà nei prossimi.
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La ricchezza e la varietà dei giudizi umani
Vecchio insegnante di lettere in pensione, forgiato più dalla vita che dai libri, dico la mia. Rispetto tutti i commenti espressi dagli altri lettori su questo sito, dai più positivi ai più negativi, perché testimoniano la ricchezza e la varietà dei giudizi umani. Io ritengo entusiasmante la lettura di questo thriller, avvincente e capace di commuovere.
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Libro interessante.
Ho trovato "Il mercante dei libri maledetti" un buon libro, ricco di contenuti interessanti. Penso sia un libro adatto sia a lettori adolescenti che adulti, poiché il linguaggio utilizzato dall'autore è particolarmente semplice seppur ci sia qualche parola in latino comprensibile facilmente. Ho letto il libro in due giorni e, anche se c'è chi afferma il contrario, non pensavo assolutamente finisse così. Consiglio questo libro a tutti quelli a cui piace la storia e anche i libri gialli.
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Annacquato e con un finale disarmante
La prima parte e la parte centrale del libro ricordano il vino mescolato con l'acqua: per quanto si richiamino continuamente altri libri, altri scrittori e traspaia la conoscenza di epoche civiltà e monumenti, le descrizioni e i personaggi sono totalmente privi di profondità.
Il finale è disarmante, probabilmente affetto da televisionite italiana degli ultimi tempi.
Non ne capisco proprio le recensioni di Repubblica, Sole 24 ore e Corriere della Sera...tantomeno le tante copie vendute.
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DELUDENTE
Sarò banale: ma se mi si pone davanti agli occhi un titolo del genere la prima cosa a cui penso è: FIGO!
E invece purtroppo il risultato è ben diverso da quello che mi sarei aspettato. Diciamo pure che la l'idea è buona, l'ambientazione italo-franco-spagnola è intrigante (ok ok sa di già visto, sentito, letto) però devo dire che il contesto è senza dubbio interessante.
Peccato che lo svolgimento sia proprio deludente, spesso non c'e' alcun legame tra le varie situazioni, si fatica a capire chi è tizio, caio e sempronio (dovrebbe essere una cosa positiva, ma fidatevi non sara' così), e alla fine della favella i dubbi vengono ancor più amplificati.
Diciamo..non voglio stroncare l'autore, sono disponibile a leggere altro di Marcello Simoni, ma i passi in avanti dovranno essere enormi. Concordo appieno con chi ritiene la pubblicizzazione del libro esagerata. In definitiva, buona idea ma pessima esecuzione. Peccato.
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UN BUON LIBRO D'ESORDIO
Forse l’errore più grave è stato mettere in commercio questo libro mettendolo sullo stesso piano di titoli come “Il nome della rosa” e “I pilastri della terra”. Chiaramente se si “evocano” questi mostri sacri, nella quarta di copertina, è evidente che i lettori si aspettano il massimo. Bisogna invece giudicare il libro solo ed esclusivamente su quello che ci ha trasmesso durante la lettura, senza lasciarsi influenzare da altri proclami. Per essere la prima opera di un giovane autore io l’ho trovato decisamente positiva e non capisco questo accanimento che leggo in alcuni commenti contro questo autore. D’accordo certi aspetti sono da affinare, ma vorrei sapere chi alle prese con un nuovo lavoro è stato da subito al top della situazione e non si è sentito in difficoltà se paragonato a colleghi con più esperienza. Dopo questa doverosa difesa vorrei soffermarmi sulla storia raccontata nel libro. La trama, non è sicuramente originale, ma questo è un problema di quasi tutti i titoli di questo genere. Gli elementi di un thriller storico sono inevitabilmente sempre gli stessi; la differenza è data dalla bravura dell’autore. Marcello Simoni, è riuscito a farmi affezionare ai personaggi cardini della sua storia, umanizzando molto Ignazio da Toledo, Willalme e il giovane Umberto. La stessa sensazione che ho provato leggendo il bravo Alfredo Colitto creatore di Mondino de Liuzzi e Gerardo. Ritengo questo aspetto molto importante e basilare nella stesura di un libro e per questo che la mia valutazione è buona. Tra le altre cose, mi è piaciuto in modo particolare un passaggio del libro che vorrei riproporre:
“Quel ragazzo così giovane e inesperto delle cose del mondo sapeva scrivere. Per lui che era quasi analfabeta, richiudere le parole in una stanghetta d’inchiostro equivaleva a un’autentica magia”.
Appena ho letto questa frase sono rimasto affascinato dalla sua semplicità ma anche dalla profondità di pensiero di questo neo-scrittore. Consiglio a tutti di leggere questo libro senza farsi influenzare da commenti superficiali.
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Come la corazzata potemkin.
Quando la mia ragazza me l'ha regalato ho quasi subito avuto un brutto presentimento.. quei paragoni con Eco e ken follett mi sembravano un pò eccessivi. Beh, non rimaneva che leggere per verificarlo.
Non l'avessi mai fatto: ore della mia vita buttate via.
Trama puerile, contraddizioni continue, banalità a secchi, personaggi inconsistenti, accadimenti inspiegabili, emozioni zero. Ed un finale degno di una soap opera latinoamericana degli anni '70.
Non so chi l'autore del libro conosca ma dev'essere qualcuno di molto potente. In nessun'altro modo può spiegarsi la pubblicazione di questa farsa.
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Il mercante di Toledo
Personalmente non amo i paragoni tra opere diverse, che siano letterarie, musicali o di altro tipo, quindi anch'io disapprovo la scritta che campeggia sia sulla fascetta promozionale che sulla quinta di copertina, vale a dire:
Enigmatico come "Il nome della rosa" e avvincente come "I pilastri della terra".
Posso capire quindi lo sdegno suscitato nei lettori per questo genere di propagande che anzichè attirare acquirenti indispettiscono per il loro "sapore" arrogante (ma queste scelte discutibili e infelici sono operate dall'editore, non all'autore).
Tuttavia definire la prosa da "bambino di terza media", come ha scritto qualcuno, mi è sembrato esagerato.
La trama non spiccherà di originalità, ma il testo è ben scritto (si sta parlando di forma e grammatica, non della storia in sé). I "segreti" di cui si parla per tutto il tempo sono in realtà prevedibili, tuttavia la lettura è piacevole e scorrevole, proprio perchè suddivisa in capitoli brevi, trucchetto che ultimamente ho visto sfruttare da molti autore, che consiste nell'invogliare il lettore a proseguire la lettura in maniera più spedita proprio attirandolo con capitoli brevi: si finisce col pensare "leggo anche questo che è lungo solo due pagine" e senza accorgercene siamo già a pagina 100.
Il finale devo riconoscere che lascia interdetti: tanti viaggi, fatiche e tribolazioni per poi arrivare a qualcosa che lascerà tutti "a bocca asciutta".
Per quello che mi riguarda tre stelline e mezzo le merita comunque per la sua capacità, nonostante la prevedibilità della trama di cui ho già parlato, di intrattenere fino all'epilogo, per lo stile che non ho trovato scadente (saranno gusti o forse noi italiani ci lamentiamo così tanto del fatto che non si valorizzano le nostre produzioni e si punta sempre a importare autori stranieri e poi, quando ne abbiamo uno in patria che riscuote successo, lo massacriamo, diventando più critici del solito ... chissà)e, perchè no, anche per la bellezza della copertina.
Lettura consigliata a chi vuole intrattenersi senza troppe pretese.
Avrei preferito dare 3.5 stelle allo stile, non 4 ma non potendo far ricorso ai mezzi punti ho optato per questa soluzione, quindi fate conto che il voto totale del libro sia 3.5 ...
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Se ne può fare anche a meno...
Mi sono lasciato convincere dalla posizione in classifica alla lettura di questo romanzo e sinceramente mi aspettavo di meglio. Certo, si fa leggere ed il linguaggio è curato. Però non ha spessore, la trama fa acqua, i personaggi sono impalpabili. Mi spiace dissentire da tanti apprezzamenti per questo romanzo, ma l'ho trovato giusto un passatempo che lascia molto poco.
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Bel libro, finale bivalente
Libro piacevole, si legge in un lampo. Il suo intento non è sicuramente quello di essere un kolossal, anzi a parer mio l'autore ha voluto creare un libro leggero, risparmiando boriose descrizioni di personaggi e luoghi. Il finale ha duplice interpretazione: da una parte delude per l'aspettativa creata in tutto il racconto sul famoso "Uter Ventorum", dall'altra sottolinea l'importanza del fondamentale valore della famiglia. Buona lettura.
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Lento
Lentissimo, comincia a diventare più o meno interessante dopo 100 pagine. Troppo, per i miei gusti! Forse ciò è dovuto al modo in cui è stato scritto: i capitoli sono troppo brevi e spezzano la suspence. Comunque la trama non sembra molto originale, sa di già sentito e letto, e il finale mi sembra da telenovela. Troppo pompato, risulta assolutamente deludente
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Ignazio, mercante di libri e non solo
Il titolo è accattivante e la copertina anche, ma in effetti sembra di assistere ad un'operazione costruita a tavolino con un successo editoriale probabilmente legato anche ad una buona campagna pubblicitaria. Premesso questo, il libro è definito come un "Thriller storico" enigmatico ed avvincente. Onestamente non credo di poterlo definire un thriller, termine questo molto più adatto per un romanzo come "Il suggeritore", che veramente in alcuni tratti ti gela il sangue. Qui ci troviamo davanti ad un'onesto e ben costruito romanzo ad enigmi, sullo stile del "Codice Da Vinci", ma ambientato nel medioevo. La lettura è effettivamente scorrevole, anche se il viaggio dei protagonisti alla caccia del misterioso libro che dovrebbe svelare misteri perduti ed antica sapienza, sembra un pretesto per risolvere indovinelli e giochi di parole che forniscono indizi per la successiva tappa della caccia al tesoro. Tra intrighi, inseguimenti, tradimenti ed antiche abbazie cariche di misteri la lettura procede spedita ed i colpi di scena non mancano. Ma nell'insieme nulla di veramente nuovo o sorprendente.
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Romanzo piacevole, marketing esagerato
Per amore di sincerità, questo romanzo non è proprio uno di quelli per i quali si sacrificano volentieri notti di sonno. Tuttavia resta piacevole e offre un intreccio apprezzabile, sostenuto da colpi di scena adeguati e non troppo esagerati. Fatta questa premessa, occorre una precisazione: la campagna di marketing, se così possiamo chiamarla, che ne ha accompagnato il lancio editoriale è stata decisamente esagerata ed ha creato una aspettativa troppo elevata che alla fine ha generato una delusione non indifferente per il lettore.
L'ambientazione medievale è ben costruita anche se purtroppo lo schema narrativo non è molto originale: il protagonista deve sostanzialmente risolvere alcuni enigmi in sequenza cercando di battere sul tempo alcuni nemici che lo inseguono senza sosta e, naturalmente, senza scrupoli. Altri elementi narrativi già inflazionati: una abbazia con qualche mistero, una specie di società segreta, naturalmente onnipresente e, per finire, la vittoria del bene sul male, forse non troppo netta ma purtroppo scontata. Spezziamo volentieri una lancia a favore dell'autore per dire che, nonostante schema ed elementi narrativi in forte odore di dejà vu, lo stile narrativo ha reso la lettura comunque piacevole.
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Mezza delusione
Dopo 5 o 6 pagine ero sul punto di chiuderlo e riporlo sulla libreria, mi chiedevo:"Ma come diavolo è scritto?".
Termini tipo "gaglioffo" o "putta" li trovavo piuttosto anacronistici per i miei gusti personali.
Ho aspettato mezz'ora e l'ho ripreso in mano, nel frattempo mi son dovuto convincere che, essendo un romanzo storico (non proprio il mio genere preferito!), i termini sono adatti per l'epoca (medioevo in questo caso).
A quel punto son riuscito ad appassionarmi alla storia di Ignazio da Toledo e in due giorni l'ho finito.
Qualche riga in più si poteva anche scrivere, tanto per approfondire i personaggi, per rendere la trama un po' più complessa...e invece no, in un attimo finisce!
Posso dire che è piacevole da leggere ma troppo poco impegnativo, io non sono uno che ama i "mattoni" pesanti ma questo è leggero come una piuma, ti giri un attimo ed è già volato via!
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- sì
- no
Leggi e dimentica
Thriller di ambientazione medievale con una serie di "omaggi", chiamiamoli così, al "Nome della Rosa" e una costante sensazione di già letto. La storia scorre via veloce senza appassionare particolarmente, abbiamo la ricerca di un misterioso libro tipo "caccia al tesoro" con una serie di enigmi che un astuto mercante risolve con una facilità disarmante : io con i cruciverba de "La settimana enigmistica" sono più in difficoltà ! . Un finale che a dire il vero un paio di sorprese le riserva (a chi nel frattempo si fosse magari distratto), poi il fantomatico libro che doveva servire a chissà cosa ...stop ! Chi volesse leggerlo ha il diritto di non vedersi svelato troppo ma c'è qualcosa che ha acuito la delusione. Personaggi tratteggiati con superficialità , luoghi descritti molto sommariamente, storia banale , peccato che siamo in pieno inverno, sarebbe stata una lettura perfetta per la spiaggia.
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- sì
- no
Consiglio vivamente
Francamente ho letto questo libro poiché l'autore verrà nella mia città. Il romanzo è molto interessante, la lettura scorrevole e le ambientazioni tetre e gelide com'è giusto che sia in un libro ambientato nel Medioevo. Al contrario di molti il finale non mi ha deluso. Se una vicenda finisce con il così detto "felici e contenti" non significa che abbia uno spessore letterario minore, né che si ricade sempre nel classico clicè. A mio parere invece, siamo abituati a sperare sempre in un finale tragico o in cui qualcuno muoia, ed è questo il vero clicè dei nostri tempi. Concludendo, consiglio vivamente il libro :)
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Finale da cambiare,ma carino
SPOILER
Premetto che sono innamorata di questo genere di libri,e che l'ho letto in 2 giorni.
Devo dire che trovo la storia intrigante e incalzante,quando leggevo mi sembrava di essere al fianco di Ignazio..sono rimasta affascinata dal mistero dell' Uter Ventorum!
Banale l'idea dei monaci che ormai,come i vampiri ,si trovano ovunque..
Il finale è un pò deludente e scontata.."tutti felici e contenti". Speriamo che siano migliori i finali dei prossimi libri della trilogia!(almeno così ho sentito ..ci sarà un seguito)
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Pessimo ma rapido.
La storia è scopiazzata da libri ben più meritevoli, sembra scritto da un bambino di 10 anni, i personaggi non hanno nè capo nè coda e l'autore non ce li fa certo conoscere meglio.
Luoghi e situazioni non vengono minimamente descritti.
Gli enigmi e le loro soluzioni sono tragicamente comici.
Il finale ricorda tanto una telenovela di seconda categoria.
Non basta un libro, un po' di monaci ed ambientare il tutto nel 1200 per scrivere "Il nome della rosa 2".
Unico lato positivo: si legge in fretta e si può passare a qualcosa di meglio. Tipo Topolino.
Mi spiace, ma paragonarlo a "Il al nome della rosa" è come paragonare me a Brad Pitt: a parte mia mamma non ci crede nessuno.
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pessimo libro
uno dei peggiori libri da me comprati negli ultimi anni.Senza tanti giri di parole sconsiglio la lettura a tutti.Bastano poche pagine per capire che è scritto in modo pessimo,personaggi totalmente privi di spessore,insomma chi dice che è un libro interessante magari ha letto solo le Barzellette di Totti.Non sono certamente uno snob ma davvero questo pseudo libro è qualcosa di abominevole.Glenn Cooper al confronto è un genio della letteratura!
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Desolante..
che dire? ho comprato il libro invogliato dal prezzo basso e dalla classica pubblicità ingannevole.. Sinceramente, visti i risultati, ho deciso di non prendere più in considerazione nè l'autore nè la casa editrice.
scritto in modo elementare, ha soltanto il pregio di una buona idea di base (oltre alla parac..aggine dell'ambientazione). Enigmi risolti a tempo di record, caratterizzazione dei personaggi inesistente o frettolosa, finale che lascia a bocca aperta per banalità e personaggi a metà tra chuck norris e l'eroina di kill bill. desolante.
Per chi ama la buona letteratura, un libro da evitare. E per chi si accinge a comprarlo, molto meglio fare una piccola aggiunta e dirottare su "q" di Luther Blisset, "Il nome della Rosa", "Il profumo", "La variante di Luneburg", "1984", ecc.. tutti degni di essere chiamati libri.
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DECISAMENTE MODESTO
Ho letto questo libro cosi' ben pubblicizzato la settimana scorsa e... che delusione! Banale, scontato e superficiale contiene anche inesattezze imbarazzanti per un romanzo storico come quando nei dialoghi compaiono termini che non potevano essere conosciuti nel medioevo (narcisismo, sadico) e poi nel 1200 conoscevano il gazebo? ma non e' un termine del 1600 circa? ed anche il modo di scrivere lascia un po' a desiderare... ora si puo' anche comprare e leggere (ma anche no...) ma da qui a paragonarlo a mostri sacri ce ne vuole anche perche' a me dei mostri sacri sembra solo una gran scopiazzatura...
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Intrigante e coinvolgente, tranne il finale
Anche grazie alla brevità dei capitoli, al linguaggio abbastanza semplice e ad un tipo di scrittura scorrevole, "Il mercante di libri maledetti" è un romanzo molto piacevole. Ma, come ogni romanzo che si rispetti, è il contenuto il pezzo forte: trama abbastanza lineare che, però, serba parecchi colpi di scena, personaggi abbastanza interessanti - tranne alcuni poco caratterizzati e incisivi - e continui enigmi che appassionano il lettore. Tutto si rivela all'altezza di un buon romanzo. Unica pecca è il finale, però, dove viene sminuita - e parecchio, a mio avviso - l'importanza dell'"oggetto del desiderio" inseguito dai protagonisti (sia "buoni" che "cattivi").
A parte il finale, appunto, "Il mercante di libri maledetti" è consigliato; davvero piacevole.
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IL MERCANTE DEI LIBRI MALEDETTI
Anno del Signore 1205. Il mercante di reliquie Ignazio da Toledo viene contattato da un Nobile veneziano per rintracciare un libro in grado di evocare gli angeli e la loro sapienza: l'Uter Ventorum. Il bramato testo è stato smembrato in quattro parti e disseminato lungo il cammino di Santiago de Compostela. Colui che lo ha scomposto ha celato il modo per ritrovarlo dietro intricatissimi enigmi che il mercante di reliquie ed i suoi compagni (un misterioso francese chiamato Willalme, ed un giovane converso, Uberto) dovranno risolvere per ritrovare il prezioso manoscritto. Poichè chi entrerà in possesso del libro acquisirà la capacità di utilizzare la divina sapienza angelica, Ignazio da Toledo ed i suoi compagni non sono gli unici a cercarlo. Sulle sue tracce c'è un tribunale segreto, pronto a tutto pur di trovare il libro ed utilizzare il suo enorme potere. Chi riuscirà per primo a risolvere tutti gli enigmi ed evocare il potere degli angeli?
Sicuramente un libro molto avvincente e che tiene con il fiato sospeso, fino ad un inaspettato finale. Ottima la descrizione dei personaggi, così come il punto di vista introspettivo dei "cattivi", che in questo thriller non mancano di certo. Bella anche l'ambientazione medioevale che piacerà sicuramente agli amanti del genere.
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