Dettagli Recensione
La guerra partigiana
Erano già alcuni anni che volevo leggere questo romanzo ma, per un motivo o per un altro, continuavo a rimandare. Adesso, a lettura ultimata, posso dire: finalmente! Finalmente l’ho letto.
Sì, perché è sicuramente il romanzo sulla Resistenza che mi è piaciuto di più fra quelli letti finora.
Agnese è una donna semplice, ha lavorato sempre nella sua vita, si è presa cura del marito Palita, che da giovane era stato malato di tubercolosi. La guerra, le violenze, i soprusi, la morte irrompono improvvisamente nello scorrere consueto delle sue giornate. Le portano via gli affetti più cari. Allo stesso tempo le rendono chiaro il concetto che non si può continuare a subire in silenzio, che è sbagliato accettare le prevaricazioni e le violenze in modo passivo, che è necessario reagire. Così Agnese diventa una partigiana e partecipa alla guerra di liberazione.
«Lei allungò una mano e toccò l’arma fredda, con l’altra afferrò il caricatore. Ma non era pratica e non ci vedeva. Lo mise a rovescio, non fu buona a infilarlo nell’incavo. Allora prese fortemente il mitra per la canna, lo sollevò, lo calò di colpo sulla testa di Kurt, come quando sbatteva sull’asse del lavatoio i pesanti lenzuoli matrimoniali, carichi d’acqua.»
Il romanzo mi è piaciuto così tanto perché ci permette di entrare, con l’Agnese, nelle formazioni di combattenti partigiani nelle valli di Comacchio. Ci fa rivivere, nel magico tempo della lettura, le loro azioni, ci fa capire come si svolgeva la loro vita, chi erano quelle persone, di diversa classe sociale, genere, formazione e anche nazionalità che decisero di armarsi e partecipare a una guerra odiata ma ritenuta, a un certo punto, inevitabile, da dover assolutamente combattere.
Si tratta di un testo realistico, meno filtrato dalla lente letteraria rispetto a altre opere e quindi forse meno artistico ma più vero e autentico. Più storico. Avventuroso. Emozionante. Commovente.
Il personaggio di Agnese poi è indimenticabile, grandissimo nella sua umiltà, determinato, forte, coraggioso, rimarrà per sempre impresso nell’immaginario letterario di chiunque abbia letto questo romanzo.
Renata Viganò partecipò alla Resistenza e conobbe una donna a cui si ispirò per dare vita all’Agnese letteraria. Scrisse questo romanzo per ricordare quei mesi terribili ma necessari. Per ricordare tutti i compagni morti, come l’Agnese, mentre combattevano nella guerra partigiana di liberazione.
Indicazioni utili
A chi vuole approfondire la Resistenza anche da un punto di vista storico.
Commenti
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Un libro letto parecchi anni fa.
Anche a me è piaciuto. In tanto tempo mi stupiva la scarsa quantità di lettori che si accingevano a esso. Ultimamente vedo che c'è un rinnovato interesse benché modesto.