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M. Il figlio del secolo
 
M. Il figlio del secolo 2023-09-26 16:00:23 Bradamante
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Bradamante Opinione inserita da Bradamante    26 Settembre, 2023
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Febbrile

Confesso che per le prime trenta pagine sono stata preda di dubbi e esitazioni. Ho persino appoggiato il volume da parte e ho letto nel frattempo un paio di altri libri. Poi l’ho ripreso in mano e non mi sono più fermata. Ottocentiventicinque pagine, dal 23 marzo 1919 al 3 gennaio 1925.
Ogni capitolo - composto da non molte pagine – inizia con l’indicazione di una data, un luogo e un personaggio e termina con brevi ritagli o citazioni di articoli di giornale, di brani di discorsi, di telegrammi, lettere o comunicati.
Ogni parola riportata, ogni dialogo proviene da fonti storiche, eppure si legge come un romanzo.
I ricordi del liceo su quegli anni ammontano a pochi elementi: il ritorno degli Arditi dalla Grande Guerra, il biennio rosso, la reazioni degli “agrari”, la marcia su Roma, il delitto Matteotti. Il libro di Scurati ci conduce tra questi avvenimenti storici- senza dimenticare l’occupazione di Fiume-ricostruendo le dinamiche, le relazioni, i personaggi, le forze in campo, tenendo al centro Mussolini, che come un magnete funge da calamita nello spazio attorno a sé.
Impariamo a conoscere – tra gli altri- Margherita Sarfatti, Gabriele D’Annunzio, Nicola Bombacci, Italo Balbo, Giovanni Giolitti, Giacomo Matteotti, tratteggiati con grande perizia.
Il testo ci accompagna nel percorso di affermazione del Fascismo in Italia, con un ritmo all’inizio lento e poi via via più intenso e febbrile mano a mano che ci avviciniamo al culmine drammatico dell’omicidio di Giacomo Matteotti.
La violenza permea di sé l’intero libro, che ci mostra anche i momenti in cui la Storia avrebbe potuto prendere una svolta diversa sia per i capricci del caso sia per l’iniziativa di altri uomini che non hanno saputo sfruttare alcune finestre di opportunità.
Di alcune specifiche imprecisioni storiche e di un editing carente rilevati da Ernesto Galli della Loggia ha dato conto il Corriere della Sera. Per quanto mi riguarda posso dire di aver rilevato a pagina 287 la cottura a Ferrara due giorni prima di Natale del cappon magro, che è una preparazione di pesce della tradizione ligure pasquale. Si intuisce che si tratta di un semplice brodo di cappone, ma anche questo piccolo errore conferma che l’editing non è stato accurato.
Questo non togli che si tratti di uno dei migliori libri usciti negli ultimi anni.

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