Dettagli Recensione
Margaret
«Salvare i rifugiati.
Salvare i bambini.
Salvare il paese, forse.
Ma se il paese non avesse voluto farsi salvare?»
È una bambina, o almeno questa sembra essere nel buio della notte. È questo, infatti, il momento in cui ella può essere incontrata con il suo fare etereo, il suo non parlare, il suo osservare. Che sia tra un vicolo o l’altro, la Bambina del Sale attende e vende con discrezione il sale ai passanti, sacchetti in tela azzurra con dentro una manciata di questo bene ormai introvabile da tempo. Una moneta per un sacchettino, un prezzo irrisorio se si pensa alla rarità di questo. Compare dopo il tramonto, scompare all’alba. Mito o leggenda, realtà e/o sopravvivenza. Nessuno sa come si procura il prodotto, nessuno a Praga conosce il suo nome. Sono però tempi oscuri dove l’aria puzza di guerra, dove il nazismo è pronto a mietere vittime su vittime seguendo le mire espansionistiche del suo leader.
Siamo nel 1938, siamo in Cecoslovacchia. Non c’è tempo, il Ghetto, ma anche tutta la popolazione, lo sa bene. I più deboli devono essere salvati, tutti devono riuscire a mettersi in salvo. Ma la lista è lunga, l’impresa sembra impossibile. Tanto impossibile quanto cieca e forte è la fiducia di chi vuol imbarcarsi in questa battaglia fatta di speranza.
Quando Nicholas Winton arriva a Praga, Doreen Warren è già operativa da mesi. Mentre la donna è consapevole della situazione e della difficoltà del mettere in atto un piano così coraggioso, per l’uomo non ci sono dubbi: coadiuvato da Petra a causa delle sue difficoltà linguistiche organizzerà prima aerei e poi treni per mettere in salvo i bambini. Inglese ma di origine ebraiche, determinato nel suo agire, pronto ad allestire questi treni con direzione Gran Bretagna, il luogo dove egli attualmente vive e a cui presto dovrà far ritorno. Perché Winton è in ferie ma quali ferie possono essere godute se a farne le spese sono vite innocenti e la furia è pronta a dilagare?
La incontra per caso, la bambina. Un fatto particolare porta a unire le loro strade ma come aiutarla, come portarla in salvo se la prima a sembrare non voler essere salvata è proprio lei? Lasciare tutto e tornare in Inghilterra è davvero possibile?
«Un limite è necessario, mi diceva sempre, per affrontare un’impresa illimitata.»
Ed ancora due volti femminili, da un lato Doreen, personaggio storico realmente esistito che insieme a Trevor Chadwick, resta ancora oggi un volto da scoprire ma le cui missioni di salvataggio sono passate alla Storia, donna ancora tutta d’un pezzo, meticolosa e decisa, forte e agguerrita, e Petra, colei che nell’arco di una notte ha semplicemente perso tutto. Suo marito, il suo bambino, il suo futuro, il suo essere. Scelte, scelte giuste o sbagliate, ma pur sempre scelte.
E la guerra Scoppia. Scoppia senza remore, senza timori, senza freni. Senza mai rinunciare al suo incedere. Scoppia e corre, corre come un treno, come quel treno che carico di vite deve attraversare il vecchio continente per raggiungere la possibilità di una salvezza.
«Ma c’era anche chi lavorava in senso opposto. In mezzo alla follia, alla stupidità e al male generali c’erano anche persone di buona volontà. La catena del bene.»
Fabiano Massimi torna in libreria dopo la serie iniziata con “L’angelo di Monaco” e proseguita con “Demoni” ma anche dopo il suo “Il club Montecristo” e “Vivi nascosto” con un nuovo romanzo storico che non delude le aspettative. La storia che viene narrata è Storia, è la storia nella Storia di uomini e donne che a ridosso della Seconda guerra mondiale hanno cercato di aiutare il prossimo, hanno cercato di mettere in salvo quante più vite possibili per fronteggiare la follia del nazismo.
Ecco allora che Massimi rende omaggio a Nicholas Winton ma anche a Doreen Warriner e Trevor Chadwick che per troppi decenni sono rimasti, e in parte ancora sono a causa della scarsità di notizie, volti del passato, volti di un passato che non deve essere mai dimenticato. Ma narra anche di donne e uomini che hanno cercato di fare la differenza.
Un caleidoscopio di voci, colori, emozioni e fatti storici che si susseguono con un buon ritmo narrativo. Talvolta forse un po’ troppo descrittivo tanto da far perdere di rapidità al componimento ma un libro certamente da leggere e assaporare, per forza evocativa, intenti e anche emozioni che è capace di suscitare.
«Anche così, anche soli e abbandonati, anche in un paese in guerra, tra freddo, fame e malattia, riuscivano a ridere. Riuscivano a vivere.»