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lagune medioevali
Corre l’anno 807, nelle acque che lambiscono le isole alla foce del Po viene ritrovato un sarcofago perfettamente sigillato.
Ben celato a occhi indiscreti tra spesse mura e uomini fidati, il contenuto della tomba è il corpo inviolato di una fanciulla, avvolto da un intenso profumo di fiori.
Strani accadimenti coinvolgono i presenti, difficile contenere gli spifferi da cui eludono voci che si diramano tra i canali profondi e silenziosi.
Miracolo o maledizione, le spoglie innescano uno scontro violento tra l’abate Smaragdo, che esorta alla prudenza verso quel corpo pagano ed il vescovo Vitale, che inneggia alla santità delle reliquie per richiamare fedeli e denaro.
Questo l’incipit del romanzo storico di Marcello Simoni, evento che apre le danze su personaggi secondari che si fanno poi protagonisti della vicenda tra misteri svelati, insidie, agguati e venti di guerra.
Il libro parte a rilento, per una buona metà si tratta di una narrazione logorroica che porta poca sostanza in tavola. Chi riuscisse a soprassedere alla noia sappia che arriverà una svolta a sancire il rianimarsi del libro, portando un discreto intreccio all’attenzione del lettore.
Buona la caratterizzazione medioevale degli ambienti, peccato non sia stata elaborata di più, rendendo i luoghi un elemento di forte impatto, possibili protagonisti capaci di sopperire alla catastrofica mancanza di spinta iniziale.
Penna scorrevole ma non indimenticabile, ci sono alcuni elementi apprezzabili, ma complessivamente un lungo romanzo evanescente.