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Devianza dai veri problemi della liberazione
Un romanzo sulla battaglia di Montecassino che inizia con una banale quotidianità, un tassista che le pone delle domande sull'origine del proprio cognome, che appare slavo, ma tale non è. Seguono stralci di vita, si usanze anche tribali, di gente che sarà in prima linea nelle battaglie di Cassino, sacrificati dagli Alleati Anglo-Americani, poi, però, ci scorda di mettere in evidenza che era un rischio che nessuno aveva imposto loro, ma si trascura la tragedia di Montecassino, ridotta a un calabrodo, di un'Italia, destituta di ogni potere: si requisivano le abitazioni ai civili per sistemare soldati di popolazioni di cui l'Italia forse non conosceva l'esistenza. Si deforma la tragedia vissuta dall'Italia, non solo per la guerra, in quanto tale, ma per ciò che é stato fatto da certi militari, inquadrati in reggimenti neanche regolari, al popolo italiano. Insomma, a fare la parte del protagonista, sia pure tragico, non sembra essere l'Italia e la sua gente, ma altri, giunti lí per caso, certo senza alcuna costrizione.