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Giocare col fuoco è pericoloso
"I demoni di Berlino, essendo un romanzo e non un saggio, può permettersi di fare un passo in più e prendere posizione.......Lo fa rispettando le fonti esistenti- prima regola di un buon romanzo storico- e inventando là dove le fonti tacciono, sempre inseguendo coerenza e verosomiglianza".
Con queste parole l'autore, Fabiano Massimi, definisce quelli che rappresentano i "confini" di un romanzo storico. Perché la sua credibilità consiste proprio nel rispetto di questa "regola aurea". Attraverso l'impiego di uno stile fluido e scorrevole, di dialoghi serrati tra i personaggi, e lasciando ampio spazio alla descrizione di una Berlino perfettamente calata nello spirito del tempo, il libro riesce a raggiungere l'obiettivo di intrattenere il lettore, ottemperando alla necessità di rispettare la realtà storica dei fatti riguardo al rogo del Reichstag del febbraio 1933. Un episodio sul quale le zone d'ombra sono ancora parecchie, dubbi che la Storia non è ancora riuscita a chiarire definitivamente, anche se l'inequivocabile realtà dei fatti evidenzia nettamente l'abilità del Partito Nazista a trarre tutti i vantaggi possibili attribuendone la responsabilità agli avversari politici. Sancendo così quel sintetico e terribile concetto che traspare fin dalle pagine iniziali de "I demoni di Berlino", vale a dire che l'incendio del Parlamento tedesco ha rappresentato l'inizio della fine perchè "Il Reichstag bruciò in una sera, ma per spegnerlo accorsero dodici anni e sessanta milioni di morti."
"I demoni di Berlino" rappresenta la naturale prosecuzione de "L'angelo di Monaco" (nel quale si indagava sul misterioso suicidio di Geli Raubal nipote del Fuhrer), tanto per la continuità storica dei fatti, quanto per la continuazione delle storie private dei protagonisti del libro precedente: la coppia di commissari Sauer e Forster, questa volta ovviamente non più a Monaco bensì nella nuova location berlinese, affiancati da nuovi e vecchi personaggi, ognuno dei quali piuttosto ambiguo ed apparentemente doppio giochista . E come nel romanzo precedente realtà storica e realtà romanzesca si intersecano, considerato che se Sauer decide di recarsi a Berino per fare luce sulla scomparsa della sua ex fiamma, una volta sul posto si troverà proprio di fronte ai più noti gerarchi nazisti: quei Goring, Himmler, Heydrich già comparsi nell'Angelo di Monaco, alimentando così nuovi e vecchi dissapori.
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Il romanzo storico mi interessa, a patto che usi apertamente fonti e documenti.