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Parlami della guerra soldato
Adagiato sulla sedia a dondolo all'ombra del suo portico, il vecchio veterano è pronto ad affrontare un viaggio nel passato stimolato da una giovane ricercatrice per ripercorrere alcuni degli episodi più cruenti e controversi della sanguinosa guerra civile americana.
Mentre le mani tremanti sorreggono un bicchiere di limonata per smorzare la calura degli stati del sud, la memoria di Dick pur vacillando sul presente, comincia a ricordare con lucidità le decine di compagni d'armi, le avanzate nei boschi, i guadi nelle paludi melmose, la fame, la malattie e le ferite, insomma tutti i volti di un conflitto che ha portato solo morte e disperazione nella totalità delle case.
I ricordi del veterano sono un fiume in piena, pronto ad abbandonare gli argini e a travolgere colei che ascolta alla ricerca di uno scoop giornalistico ed in secondo luogo il lettore.
Si tratta di un racconto fatto di immagini forti, per nulla edulcorate dalle nebbie del tempo.
Le violenze legate al razzismo e alla resa in schiavitù di esseri umani si legano a filo doppio allo scempio della guerra.
Nefandezze, soprusi e bestialità predominano su umanità, fratellanza e giustizia.
A cavallo tra verità storica e romanzo, lo scritto di Barbero è strutturato come un minuzioso flusso di coscienza, per contenuto e veste stilistica. Discorso diretto e indiretto si fondono in un unicum inestricabile che ingoia il lettore costringendolo ad una maratona di lettura dai ritmi serrati.
Una folla di nomi e visi equiparabile ad un intero reggimento viene riesumata dalla memoria del reduce e prende vita attraverso la penna di Barbero.
Uno scritto dal carattere stilistico marcato, frutto di una scelta dell'autore ponderata e voluta; intenso senza dubbio ma a tratti straniante.
Per chi saprà seguire la voce del vecchio combattente fino all'epilogo, le sembianze dell'odio prenderanno forma davanti agli occhi.
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