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Quando la confezione è più bella del regalo.
Mentre mi aggiravo in libreria in cerca dei miei amati classici, vengo attirata da una copertina rosso vermiglio con dipinte due giovani donne, l’una seduta e l’altra addormentata sulle gambe della prima. Così leggo che si tratta dell’ultima fatica letteraria di Dacia Maraini dedicata alla storia di due amiche (come non pensare alle insuperate ed insuperabili Lila e Lenù della Ferrante), della peste, di Messina e di un uomo conteso.
Così decido a bruciapelo di acquistarlo e subito mi rendo conto che il libercolo (si tratta di cento pagine a malapena, oltretutte scritte con un carattere molto grande) si sarebbe esaurito nel giro di un pomeriggio sul divano… le ultime parole famose. Ho impiegato molto più per terminarlo, neanche si fosse trattato di un tomo del meraviglioso Tolstoj!
Si tratta di un epistolario tra due amiche che si ritrovano a vivere lontane a causa della peste che colpì la Sicilia nel 1743 e che, non si sa come dal momento che non viene rivelato nulla dei fatti antecedenti alle lettere intercorse tra loro, si ritrovano innamorate dello stesso uomo. Ci si aspetta una varietà di sentimenti espressi o malcelati: invidia, rabbia, desiderio di annientamento dell’altra o, quantomeno, uno scambio reale tra due donne che sono legate da una fortissima amicizia, ma vivono il dramma della contesa. Eppure tutto rimane sottotono.
La stessa peste, che così tanti morti provocò, mi è parsa quasi evanescente. Le ragazze ne parlano, ma come se fosse lontana da loro, pur mietendo ferite anche intorno a loro.
L’introspezione, dunque, è assente. La descrizione della condizione epidemica è superficiale, la contestualizzazione di questo epistolario senza trama è ancor meno presente: la vicenda potrebbe parlare di cose accadute l’altro ieri piuttosto che un mese fa… insomma, è proprio il caso di dire che a volte la copertina accattivante inganna!
Assolutamente sconsigliato.
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Comprendo. Anche a me la Maraini narratrice non piace affatto. Recentemente l'ho scoperta saggista nell'interessantissimo "Cercando Emma" , una documentata indagine sul rapporto di Madame Bovary e il suo autore, Flaubert. L'ho trovato un testo così intelligente ed equilibrato che penso sia la saggistica letteraria la miglior dimensione di Dacia Maraini.