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Una storia dimenticata
L'ambientazione in una desolata landa polacca ricoperta da boschi e campi a bassissima densità abitativa, fa da sfondo alla ricostruzione di una pagina di storia di cui poco si conosce.
Quella narrata è una storia che corre in parallelo all'ascesa del Fuhrer e alla sua consuetudine ad alloggiare in bunker segreti disseminati in zone rurali e remote.
Le protagoniste sono donne “selezionate” dietro compenso per assaggiare i prelibati manicaretti destinati ad imbandire la tavola di Hitler. Egli non può rischiare l'avvelenamento, occorrono cavie da sacrificare in nome della sua salvezza.
Il confine tra costrizione e accettazione di questo ruolo folle e crudele è un filo sottile che l'autrice si propone di indagare, rendendoci un quadro realistico, tentando di mettere a nudo le anime di queste creature che sono immagine di solitudini, i cui compagni sono impegnati al fronte oppure già defunti.
Ogni succulento boccone per quanto agognato dai poveri stomaci stremati dalla fame, può essere strumento di una atroce morte, può essere un attimo di luce prima di sprofondare nel baratro.
Le immagini del refettorio sono ben rappresentate, con una carica di pathos che riempie di rabbia e dolore il cuore del lettore, fin quasi a percepire la disperazione e la tensione morso dopo morso.
Rosella Postorino sviluppa uno spunto cronachistico che ben si presta all'approfondimento ma cozzando contro la scarsità di informazioni cui attingere, utilizza la sua penna per ricamare una trama che intreccia fili brillanti ad un tessuto che vira troppo al colore rosa, perdendo di credibilità storica lungo il tragitto.
Il prodotto finale è un lavoro di narrativa lontano dai canoni rigorosi del romanzo storico, una proposta letteraria di intrattenimento dalla prosa lineare e fruibile.
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