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Cosa è successo a Geli?
Leggo e "studio" fin da quando ero una ragazza appena sopra la pubertà, il periodo tra le due Guerre Mondiali con un occhio speciale al periodo del nazismo in Germania e del fascismo in Italia. Oltre alle note storiche ufficiali mi diletto anche a leggere "sordidi" gossip riguardanti i personaggi controversi, non solo per la parte storica, di quel periodo così nero e nefasto.
Quando, a fine anno, lessi la trama di questo libro, iniziai subito a pensare di acquistarlo per l'argomento trattato che è uno dei miei preferiti: la morte della nipote di Adolf Hitler, Geli Raubal, a soli 24 anni, suicida con la pistola dello zio.
Pensavo, erroneamente che il libro fosse un romanzo thriller/avventura e per questo inventato di sana pianta e, badate bene, mi sono trovata davanti un libro inventato, sì, di sana pianta ma basato su fatti conosciuti e ufficiali (o semi-ufficiali). La storia è quella che, se si conosce un po' la storia del nazismo e affini, è risaputa: siamo nel 1931, il nazismo è in forte ascesa e si prepara a conquistare il potere (1933 quando Hitler sale al cancellierato) ma è già quella macchina di paura e fango che abbiamo imparato a conoscere sui libri di storia. Hitler vive a Monaco di Baviera in una grande casa con vari attendenti e camerieri e la giovane nipote, figlia della sorellastra, Angela Maria Raubal detta Geli. La ragazza è molto bella, appariscente e sempre allegra, viziata e contornata da ricchezza esibita. Ma succede che in una calda giornata di settembre si uccida con la pistola dello zio, in casa sua. Lo scandalo potrebbe travolgere il prossimo Fürher e quindi gli attachè di partito si muovono nell'ombra per dimostrare in tutto e per tutto che la povera Geli si sia effettivamente suicidata per dissidi insolubili con lo zio Adolf, suo tutore legale. Il marcio c'è e si sente la puzza fino ai giorni nostri, quando si scopre - ma erano voci risapute anche ai tempi e da qui l'insabbiamento - che la povera ragazza era dovuta diventare l'amante dello zio che preferiva ragazze appena maggiorenni e pratiche sessuali a dir poco vergognose e contro ogni natura. Geli o sapeva troppo di cose di partito o della vita privata dello zio per lasciarla in vita. E qui conosciamo i due commissari della Polizia criminale di Monaco, Siegfried Sauer - ex SA pentita - ed Helmut Forster rubizzo omone amante della cucina, della birra e delle belle donne a cui viene chiesto di indagare per finta il suicidio. Naturalmente i due non si accontentano delle notizie palesemente falsate che vengono loro date e infangando scoprono che....
Non posso andare avanti nel resoconto del libro perché oltre ai fatti conclamati, ogni aggiunta è un colpo di scena. Cosa che mi ha fatto leggere il libro con molta attenzione. Mischiati a fatti e personaggi realmente esistiti, ci sono fatti di questi stessi personaggi che sono completamente inventati dalla fervida mente dell'autore e talmente verosimili da risultare veri se non si sapesse che per esempio Reinhardt Heydrich non poteva essere e fare quello che afferma del libro Massimi. La scrittura è discorsiva, i dialoghi mai banali, i due personaggi principali sono ben delineati fisicamente e psicologicamente anche se impariamo a conoscerli nelle 450 pagine del romanzo, non potremmo mai aspettarci quello che veniamo a sapere nelle ultime pagine del libro e che lascerà a bocca aperta chiunque.
Si nota tantissimo il lavoro di ricerca storica e anche visivo della città di Monaco, descritta in modo molto vivido e amorevole in ogni sua bellezza paesaggistica e artistica. Niente è lasciato al caso e questo fa sì che questo sia un romanzo thriller storico che dovete assolutamente leggere perché, unisce voglia di evasione - con l'avventura raccontata - e voglia di conoscere un periodo storico che, forse, si crede ormai sepolto ma che potrebbe ritornare visto anche dalla parte più "leggera" come erano i rapporti di Adolf Hitler con le donne - che come ho avuto modo di raccontare nelle mie storie erano decisamente "deviati".
Complimenti all'autore Fabiano Massimi che ha dimostrato di saper scrivere un libro thriller storico senza risultare pesante o, peggio, artefatto e frivolo.
Volevo poi aggiungere: un grande abbraccio, dovunque sia, alla povera Geli Raubal, che la terra le sia sempre lieve.