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Quando la Storia entra nel romanzo
Indubbio merito di questo esordio letterario di Fabiano Massimi è l’avere fatto luce su un episodio storico sconosciuto al grande pubblico in un’epoca, quella dell’ascesa del partito Nazionalsocialista in Germania all’inizio degli anni ’30, già oggetto di numerosi romanzi oltre che di numerosi approfondimenti storici. La tragica morte di Angela Maria Raubal, detta Geli, nipote di Adolf Hitler e sua pupilla prediletta, avvenuta in circostanze tuttora misteriose e non chiarite dalla storia, nell’appartamento di Prinzregentenplatz nr. 16 a Monaco di Baviera, è al centro dell’indagine poliziesca condotta da due investigatori, Helmut Forster (detto Mutti) e Siegfried Sauer. L’angelo di Monaco può di fatto considerarsi un “thriller storico” perché ha tutte le caratteristiche del genere, compresi il susseguirsi di molti e inattesi colpi di scena,mentre del romanzo storico ha quello che costituisce un validissimo presupposto, come lo stesso Massimi precisa nella postfazione al libro. “Luoghi, tempi, personaggi coinvolti e ipotesi avanzate sono tratti dalla cronaca, non dalla fantasia, così come le dichiarazioni dei testimoni, gli articoli di giornale e tutti i documenti riportati”, tranne pochissime eccezioni. Gli stessi protagonisti, i due poliziotti Mutti e Sauer sono realmente esistiti con questi nomi ed anche i numerosi personaggi di contorno, collaterali allo svolgimento dell’indagine sono reali. Massimi è riuscito nell’impresa di intrecciare una storia in cui i più illustri e noti gerarchi nazisti, a partire dallo stesso Hitler fino a Himmler, passando per Goring, Goebbels, Strasser e tanti altri, compaiono sulla scena e interagiscono con i protagonisti. Questo perché la misteriosa morte di Geli, ragazza giovane, brillante, estroversa, vivace, si nasconde nelle pieghe della politica, in una zona di chiaro-scuro nella quale gli interessi del Partito e dei suoi membri vengono prima del rispetto della vita e delle persone e Geli stava diventando un personaggio molto scomodo e ingombrante, non solo per il futuro Fuhrer ma anche per tanti altri che la conoscevano. La storia infatti racconta che Geli fosse non solo la nipote prediletta bensì l’amante di Hitler, oggetto delle ardite concupiscenze dello zio, di attenzioni e controlli morbosi, di comportamenti indecenti e perversi. La stessa storia cataloga la morte di Geli come suicidio, avvenuto nel settembre del 1931, sparandosi un colpo al cuore con la pistola dello stesso Hitler nell’appartamento di Prinzregentenplatz, in una camera chiusa da dentro. Tuttavia la realtà e le indagini condotte all’epoca evidenziarono numerose zone d’ombra, instillando il sospetto di un suicidio inscenato per nascondere altro, un omicidio su commissione dello stesso zio forse, o di altri gerarchi nazisti.
Su questo terreno si muove il romanzo di Massimi sullo sfondo di una Monaco descritta con precisione e molto dettagliatamente (“Quando infine svoltò a sinistra sulla grande via imperiale, una delle ultime progettate dal compianto re Ludwig, davanti ai loro occhi in lontananza, comparve l’angelo della pace. La statua dorata, che vegliava su Monaco dall’alto di una colonna in riva all’Isar con le ampie ali spiegate…”), alla ricerca della verità storica perché “La Storia non la scrive chi vince….…ma chi sopravvive. Anche gli sconfitti, prima o poi, trovano voce”.
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