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ANGELA
Fabiano Massimi ci riporta con questa sua opera prima ad un fatto realmente accaduto ma poco conosciuto degli anni della Repubblica di Weimar nei quali si affermò il potere di Adolf Hitler e dei nazisti. Il fatto in sé è il suicidio dell'amata nipote del futuro Fuhrer Angela Raubal detta Geli, figlia della sua sorellastra, della quale egli era anche il tutore. Da questo episodio l'autore tira fuori un romanzo molto interessante, ben scritto, avvincente e credibile al punto giusto. Infatti Massimi usa una commistione di vero e verosimile per far luce su un mistero rimosso dalla grande Storia; nello scrivere questo romanzo storico sotto forma di thriller, dopo anni di studio e ricerche, arriva ad una verità convincente che rende in parte giustizia alla figura di Geli. Tutto è vero e documentato tanto che l'autore aggiunge alla fine del romanzo una nota storica ed una bibliografia più una sua nota nella quale spiega come ha utilizzato la mole di informazioni di cui è venuto in possesso.
“L'angelo di Monaco” inizia con un prologo di effetto (gli ultimi istanti di vita di Geli) che da solo vale tutto il libro e nel quale ci sono elementi che serviranno a capire meglio la storia.
Il 19 settembre del 1931 al 16 di Prinzregentenplatz, residenza di Adolf Hitler, viene rinvenuto in una stanza chiusa dal di dentro il corpo di una giovane identificata come sua nipote Angela Raubal. Il caso viene assegnato a due commissari della polizia criminale Siegfried Sauer e Helmut Forster detto Mutti, amici di lunga data oltre che colleghi con molti casi risolti brillantemente all'attivo. Da qui in poi, per sette lunghi giorni, i due commissari si scontreranno con depistaggi, bugie, tradimenti, verranno a contatto con i vertici del partito Nazionalsocialista Tedesco e con il suo leader. Quelli in cui si trovano a dover lavorare Sauer e Forster sono tempi bui, intrisi di corruzione politica e morale a tutti i livelli, nei quali non ci si può fidare di nessuno. Il ritmo del romanzo è serratissimo, ad intricare ancora di più la situazione arrivano quattro strani suicidi tutti con una lettera d'addio firmata H e il lettore viene trascinato nella storia tra mille domande alle quali verrà data risposta in un finale spettacolare.
Sono molti i punti di forza de “L'angelo di Monaco”: innanzi tutto la verità storica molto documentata (tutti i personaggi sono realmente esistiti), poi la splendida descrizione della città di Monaco con le sue strade, i monumenti e i parchi tanto che sembra quasi di viverla veramente, aver reso molto bene modi di essere e di parlare tedeschi (l'uso dei diminutivi nei nomi), una scrittura coinvolgente e realistica che cattura il lettore. Quello che principalmente mi è rimasto di questo libro è la caratterizzazione di nomi (Hitler, Hess, Goring, Himmler, ecc) che finora avevo conosciuto come personalità storiche fortemente negative; l'autore li presenta nel loro quotidiano con un bagaglio di fisicità, passioni, tic, sentimenti e a volte perversioni rendendoli più “normali” e vicini a noi di quanto possa sembrare leggendoli nei libri di storia.
“In seguito, quando la sua vita era ormai deragliata e non c'era più alcun modo di rimetterla sui binari, avrebbe ripensato spesso a quell'ultima colazione con Mutti al Viktualienmarkt – a come nessuno, mai, si accorge del momento esatto in cui il suo destino inizia a compiersi, che lo voglia oppure no”
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