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L’alfa contiene il suo omega e la fine è l’inizio.
Un grande libro d’amore. D’amore per la vita, amore per l’arte, amore per Roma. Amore che è sacrificio, rinuncia, separazione, ma anche speranza che ciò che crea il genio dell’uomo possa vivere nei secoli. È in questa prospettiva che la Mazzucco ci racconta la vita di Plautilla, figlia del plebeo Giovanni Briccio, materassaio dotato di ingegno - amante della poesia e della musica - legandola indissolubilmente alla storia della sua più geniale creazione da architettrice, la villa conosciuta come Il Vascello. Fu questo il luogo che più di ogni altro, raccolse e rappresentò le aspirazioni e i desideri di Plautilla, così come il suo amore mai pienamente realizzato per l’abate Elpidio Benedetti. Una figura di donna moderna, prigioniera del suo tempo e tuttavia determinata a lottare per ciò in cui più credeva, per l’arte tramandatale dal padre attraverso quel simbolico dente di balena spiaggiata: “Non ci sono balene nel mare nostro, Plautilla, disse mio padre, meditativo. Ma non vuol dire che non esistano. Per questo mi è caro il dente e lo terrò sempre con me. È una promessa, capisci? Le cose che non conosciamo esistono da qualche parte. E noi dobbiamo cercarle, o crearle.” Qui dunque ha inizio il destino di Plautilla. Qui è la sua alfa. E la sua alfa contiene già il suo omega, come ogni nascita contiene già la sua fine. La passione di Plautilla per l’arte la porta a dipingere opere ancora esistenti e seguire il percorso della sua vita significa conoscere la storia della Roma barocca, incontrare Bernini, Pietro da Cortona, conoscere l’opera di Giulio Romano o del Guercino, significa entrare nelle più belle ville romane, godere dell’armoniosa struttura delle loro mura, dell’armonia dei giardini con i loro profumi, rimanere incantati dai decori, gli stucchi i soffitti istoriati. Il Vascello, la villa voluta da Elpidio e Plautilla, fu la più grande creazione di questa donna che sfidò i tempi, rinunciando a ciò che per la consuetudine dell’epoca le era destinato, un marito e dei figli. Plautilla trasgredisce ad ogni schema, ad ogni regola. È una donna moderna, più moderna di tante donne dei nostri giorni. E ciò soprattutto per amore dell’arte e poi per amore di Elpidio che non avrebbe mai potuto sposare. L’entusiasmo e il sacrificio che aveva dedicato alla creazione del Vascello conteneva in sé certamente la speranza che l’opera d’arte potesse sopravvivere ai secoli. La stoltezza umana, la violenza, il desiderio di potere, troppo spesso travolgono e distruggono anche ciò che di unico ha creato l’uomo. Questo fu il destino del Vascello, della cui fine la Mazzucco ci racconta nei capitoli di “intermezzo” ambientati nei giorni degli scontri con i francesi, nel 1848, risoluti a restituire al Papa quel potere che la Repubblica romana gli aveva sottratto. È il primo intermezzo che ci mostra le rovine del Vascello come le aveva riprese il fotografo Lecchi, negli altri la battaglia viene seguita attraverso il personaggio di Leone. Vi sono dunque due piani di narrazione nel romanzo, strettamente legati. Uno ci racconta la nascita dell’opera d’arte, l’altro la sua fine, uno il genio dell’essere umano, l’altro la sua stoltezza.
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