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"Piccola italiana" nel senso di età mentale?
Ho iniziato le lettura di questo romanzo senza alcuna aspettativa a riguardo; so bene che non si dovrebbe partire prevenuti, ma visti i precedenti già potevo immaginare che “Una regina al potere” di Matteo Strukul non sarebbe stato il caso editoriale promesso in quarta di copertina.
Il caro Strukul si concentra questa volta su Caterina de'Medici, sovrana di Francia durante il regno del marito Enrico II e poi reggente per due dei suoi figli. Rispetto a “Un uomo al potere”, la scena si sposta pertanto avanti nel tempo (Caterina è la bisnipote di Lorenzo il Magnifico) e nello spazio, portandoci infatti oltre le Alpi.
Come capire che siamo arrivati nella Patria di Lady Oscar? Perché, proprio come ne celebre anime degli anni Settanta, gli occhi dei personaggi luccicano di continuo, come segnale di sfida o di intenzioni malvagie.
Inutile dire che il romanzo ripropone tutti i problemi già riscontrati nei volumi precedenti, come dialoghi riempitivi, metafore illogiche e banalissime frasi fatte, ma qui spunta anche qualche errore storico: ad esempio, viene detto che Maria Stuarda ha diciotto anni al momento di sposare il futuro Francesco II mentre la regina di Scozia nel 1558 era soltanto sedicenne, si parla come di un fatto certo della relazione tra Enrico III e la sorella Margot -in realtà una mera supposizione-, o ancora viene dato grande spazio alla rivalità tra Caterina e Diana di Poitiers dimenticano totalmente di menzionare le altre amanti di Enrico II, dalle quali il sovrano ebbe almeno tre figli illegittimi! come pure viene del tutto scordato uno dei figli di Caterina, Francesco Ercole.
Qui voglio però concentrarmi sul problema principale di questo libro, ovvero la rappresentazione dei personaggi femminili. Come Strukul ci ha ormai abituato, le donne nel suoi libri sono drasticamente divise tra sante (ossia le donne della famiglia Medici) e prostitute; caso vuole che l'autore si sia trovato a dover rendere una donna protagonista del romanzo, e quindi come caratterizzarla?
Voglio immaginare che l'autore si sia tuffato nella lettura di libri Harmony per creare il personaggio di Caterina, perché l'alternativa sono i romance YA da quattro soldi. Nonostante i suoi trent'anni suonati, la regina si comporta ancora come una ragazzina: ripete in continuazione di essere brutta e fa confronti in tal senso con Diana, bollata come la causa di tutti i suoi problemi, compreso il non-amore di Enrico che lei continua ad adorare senza alcun motivo. E nella parte finale il problema si fa ancora più evidente perché, con l'intenzione di dimostrare la sua imperitura bontà d'animo, l'autore finisce per dipingerla come una totale bipolare.
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