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I leoni di Sicilia. La saga dei Florio
 
I leoni di Sicilia. La saga dei Florio 2019-09-10 14:59:26 violetta89
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
violetta89 Opinione inserita da violetta89    10 Settembre, 2019
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lento, molto lento

Siamo nella Sicilia dell'800, la famiglia Florio lascia Bagnara Calabra per Palermo dove i due fratelli Paolo e Ignazio decidono di aprire un'aromateria. Le cose all'inizio non vanno benissimo, per molti loro sono "i bagnaroti" o "i facchini" e non si fidano. Poi un improvviso colpo di fortuna, le cose cominciano a girare e i Florio iniziano la loro scalata. Questo libro è una saga romanzata dell'impero costruito e gestito dalla famiglia Florio, il tutto intrecciato ai fatti storici accaduti all'epoca.
Il libro è molto lento, ripetitivo, anche un po' scontato, quello che per me è mancato di più a questo libro è un po' di mordente: scorri le pagine una dopo l'altra, cambiano i personaggi, cambiano le epoche ma la storia bene o male è sempre la stessa, piatta. Bella la ricostruzione storica, i personaggi sono realistici però, a parte le figure di Giulia e Ignazio che ho apprezzato molto, gli altri mi paiono un po' chiusi nel loro ruolo, senza grandi emozioni. Molto sopravvalutato come romanzo, prolisso e noioso non vedevo l'ora di finirlo per levarmelo di torno.

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Commenti

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Finalmente qualcuno che ha la voglia di esprimere critiche negative. Ho notato che spesso molti recensori paiono quasi restii a esternare le loro opinioni, mentre penso sia molto importante poter sottolineare non solo ciò che ci piace e emoziona ma anche le opere che ci deludono. D'altronde alcuni autori che amo, come Baricco, Connolly (non Connelly) Lansdale, Campanile, Landolfi ecc... ecc... certamente non trovano lo stesso favore da tutti. De gustibus insomma....
In questo caso concordo pienamente con le tue riflessioni. Romanzo assolutamente sopravvalutato sulla scia della saga dell'Amica geniale, di tutt'altro spessore. Scommetti che presto vedremo la Sicilia dell'800 trasformata in come si diceva una volta "teleromanzo"?... buona lettura
Ero già perplessa riguardo al libro, la tua recensione mi ha tolto ogni dubbio. Se un romanzo storico presenta una trama lenta, à Dieu.
Sicuramente quelli interessati alla storia dei Florio, alla Sicilia di allora, lo avranno apprezzato.
Però bisogna anche essere obiettivi quando un'opera viene sopravvalutata. Brava che lo hai portato a termine, io non spreco tempo se un libro non mi piace.
lapis
10 Settembre, 2019
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Che peccato!! Confesso di avere un debole per le saghe familiari e di averlo acquistato con buone speranze, avendone sentito parlare bene. Dopo la tua recensione, capisco di dover abbassare parecchio le aspettative prima di iniziarne la lettura...
Grazie, Manuela
Mi sa che sotto il grande successo ci sia ben poco. Accade il più delle volte, purtroppo.

06 Gennaio, 2020
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Salve a tutti. Sono arrivata a leggere metà di questo libro, quando decido di guardare le recensioni. Sono sollevata dai vostri commenti che rispecchiano anche i miei punti di vista. All’inizio mi sembrava coinvolgente poi a mano a mano lo sto trovando veramente pesante, noioso e senza particolari emozioni. Non so se lo finirò. Il mio giudizio non è sufficiente.

19 Gennaio, 2020
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Mi sono accostata alla lettura di questo romanzo con grande curiosità per la storia dei Florio e ben disposta dall’affetto per la mia terra, la Sicilia.
Purtroppo però questo libro ha deluso le mie pur modeste aspettative, noioso prolisso spesso pomposo e sdolcinato, e soprattutto troppo conciliante (a tratti fastidiosamente celebrativo) rispetto alla impostazione patriarcale della storia familiare.
Per fortuna la Sicilia brilla in ben altri autori con tutte le sue mille sfumature, con figure femminili di grande forza e potere, ben lontane da queste poveracce attaccate alla giacca del marito/padre/padrone...! Va bene la saga familiare e la società dell’800 ma c’è modo e modo di affrontare un personaggio. Non capisco perché cavalcare il luogo comune del patriarcato anche dove francamente se ne può fare a meno!
Penso, tanto per dire, a Goliarda Sapienza, a Simonetta Agnello nei suoi libri migliori, alla nostra Dacia Maraini.. e provo solo noia mortale e voglia di finirlo
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