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lento, molto lento
Siamo nella Sicilia dell'800, la famiglia Florio lascia Bagnara Calabra per Palermo dove i due fratelli Paolo e Ignazio decidono di aprire un'aromateria. Le cose all'inizio non vanno benissimo, per molti loro sono "i bagnaroti" o "i facchini" e non si fidano. Poi un improvviso colpo di fortuna, le cose cominciano a girare e i Florio iniziano la loro scalata. Questo libro è una saga romanzata dell'impero costruito e gestito dalla famiglia Florio, il tutto intrecciato ai fatti storici accaduti all'epoca.
Il libro è molto lento, ripetitivo, anche un po' scontato, quello che per me è mancato di più a questo libro è un po' di mordente: scorri le pagine una dopo l'altra, cambiano i personaggi, cambiano le epoche ma la storia bene o male è sempre la stessa, piatta. Bella la ricostruzione storica, i personaggi sono realistici però, a parte le figure di Giulia e Ignazio che ho apprezzato molto, gli altri mi paiono un po' chiusi nel loro ruolo, senza grandi emozioni. Molto sopravvalutato come romanzo, prolisso e noioso non vedevo l'ora di finirlo per levarmelo di torno.
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Sicuramente quelli interessati alla storia dei Florio, alla Sicilia di allora, lo avranno apprezzato.
Però bisogna anche essere obiettivi quando un'opera viene sopravvalutata. Brava che lo hai portato a termine, io non spreco tempo se un libro non mi piace.
Grazie, Manuela
Purtroppo però questo libro ha deluso le mie pur modeste aspettative, noioso prolisso spesso pomposo e sdolcinato, e soprattutto troppo conciliante (a tratti fastidiosamente celebrativo) rispetto alla impostazione patriarcale della storia familiare.
Per fortuna la Sicilia brilla in ben altri autori con tutte le sue mille sfumature, con figure femminili di grande forza e potere, ben lontane da queste poveracce attaccate alla giacca del marito/padre/padrone...! Va bene la saga familiare e la società dell’800 ma c’è modo e modo di affrontare un personaggio. Non capisco perché cavalcare il luogo comune del patriarcato anche dove francamente se ne può fare a meno!
Penso, tanto per dire, a Goliarda Sapienza, a Simonetta Agnello nei suoi libri migliori, alla nostra Dacia Maraini.. e provo solo noia mortale e voglia di finirlo
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In questo caso concordo pienamente con le tue riflessioni. Romanzo assolutamente sopravvalutato sulla scia della saga dell'Amica geniale, di tutt'altro spessore. Scommetti che presto vedremo la Sicilia dell'800 trasformata in come si diceva una volta "teleromanzo"?... buona lettura