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L'uomo nuovo
Con il presente libro, che definirei saggio storico romanzato e presuppongo foriero di altri volumi , Antonio Scurati intraprende una analisi accurata di quello che fu il ventennio fascista sin dalla sua nascita fino alla disfatta.
Basandosi su documentazione storica, su lettere dei protagonisti e su articoli dei giornali dell’epoca, i fatti e gli accadimenti storici sono abilmente “translitterati” in versione romanzesca ma pur sempre in una cornice fidelizzata.
Ci si addentra nelle cause dell’avvento del fascismo, sui suoi prodromi quale risultanza della crisi economica, delle centinaia di migliaia di reduci scontenti dalla politica di governo del primo dopoguerra, della “vittoria mutilata” dovuta alla mancanza di annessione di territori concessi durante la conferenza di pace a Versailles del 1919, sulla confusione che regnava da nord a sud per le ataviche misere condizioni di vita accentuate dalle spese militari per la Grande Guerra. Tutto ciò provocò un sommovimento di idee e di popolazioni che reclamavano i giusti meriti quale potenza vittoriosa; questa enorme ondata di malcontento fu cavalcata da un giornalista proveniente da ambienti socialisti, di spirito interventista che ambiva a cambiare l’Italia, ma soprattutto gli italiani, e nel contempo acquisire un potere sulle masse tramite ardite promesse di far ritornare l’Italia al ruolo di potenza bellica ed economica.
Il libro abbraccia, quindi, il periodo che va dalla costituzione dei primi fasci di combattimento a Milano nel marzo 1919 fino al discorso alla Camera dei deputati da parte del capo del fascismo il 3 gennaio 1925.
Un saggio-romanzo da leggere per addentrarsi meglio in quel periodo storico.