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L'ascesa dei Florio
Bagnara Calabra, 16 ottobre 1799. Paolo Florio è un uomo ambizioso, essere ‘u bagnaroto non gli basta più. Non può essere sufficiente ad appagare il suo orgoglio, la sua bramosia di arrivare, di esser qualcuno. La decisione è rapida e immediata tanto come l’ascesa che ne consegue: il trasferimento a Palermo con il fratello Ignazio, la moglie Giuseppina e i figli è d’obbligo anche se questo significa separarsi dalla sorella Mattia coniugata con Barbaro, un uomo che non esita a far pesare il suo ruolo di capofamiglia affermando la propria volontà con violenze di ogni genere. E anche se con fatica, l’Aromateria viene aperta, piano piano supera le reticenze dei palermitani, le malevoli voci messe in giro dai rivali e arriva anche la possibilità di quel magazzino e quel fantomatico e atteso Don a dar rigore e forza al nome. Ma le difficoltà non sono finite, la strada intrapresa è irta di ostacoli e la famiglia Florio dovrà affrontarne tante prima di poter raggiungere quel riscatto sociale tanto auspicato e inseguito.
Primo volume della serie dedicato da Stefania Auci alla famiglia Florio, “I leoni di Sicilia” è un’opera che ben bilancia dato storico e finzione e che inizia con il trasferimento del nucleo principale sull’isola per terminare con l’ascesa del nuovo erede, il nipote Ignazio. È una storia stratificata, perseverante e arguta, che si sostanzia sull’ambizione del riscatto economico-sociale raccontando quelli che sono gli avvenimenti realmente vissuti dai Florio senza nulla risparmiare al lettore. L’arco temporale che è oggetto della saga è molto ampio poiché parte dalla miseria di fine diciassettesimo secolo per giungere all’affermazione nella rinnovata Palermo del diciannovesimo. Lasciare la terra natia per abbracciarne una nuova porterà a molteplici riflessioni e mostrerà al lettore anche uno scenario cittadino molto diverso dalla bellezza iniziale dell’arrivo e delle apparenze. Conosceremo i retroscena, le brutture e le oscurità di un luogo che cela molto più della mera facciata. Nel proseguire degli anni muteranno altresì anche gli stessi personaggi e verrà meno perfino quella rettitudine morale propria dei patriarchi. Quell’intransigente sobrietà, onestà, integrità verrà sostituita dalla cupidigia, dall’avidità, dall’insaziabilità, dalla bramosia dell’escalation sociale.
Una trama solida con personaggi credibili e altrettanto corposi che è avvalorata da una penna ricercata, erudita, descrittiva nonché accentuata da qualche espressione dialettale introdotta nelle voci dei personaggi per rendere ancora più veritiero il contesto narrato.
Ma non si ferma qui l’autrice. Perché nelle pagine che scorrono vengono affrontate anche molteplici tematiche, talune di particolare attualità, altre di carattere più storico ma comunque di denso significato. Tra le tante viene focalizzata l’attenzione sul ruolo della donna nella famiglia e sui valori in quest’ultima radicati, sull’impostazione maschilistica e spesso sessista del capofamiglia che era proprietario della moglie ma anche dei figli, sulla dimensione del meridione anche a livello politico e non solo socioculturale ed economico, e tante altre ancora.
Unica pecca che ho ravvisato è una certa lentezza nella lettura a causa di una propensione alla prolissità descrittiva in alcuni anfratti.
Nel complesso, comunque, un ottimo romanzo storico adatto a chi ama il genere, a chi ama le storie familiari, a chi vuol approfondire le vicissitudini del sud-Italia. Si noti bene che un particolare accento è posto proprio su quella che è la verità storica, a riprova di ciò ogni capitolo ha inizio con detti popolari ma anche con brevi postille all’interno delle quali la scrittrice inquadra gli avvenimenti più salienti del periodo narrato. Non a caso molteplici sono state le ricerche da questa effettuate per ricostruire i fili delle vicende, dagli abiti, alle canzoni, alle lettere, ai gioielli, alle barche, alle statue, agli usi e costumi più intimi. Un grande impegno che viene ripagato nella lettura.
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Buona lettura