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Proletkult
 
Proletkult 2019-03-03 15:10:44 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    03 Marzo, 2019
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Il futuro dell'Est Europa si decide a scacchi

Unione sovietica, 1927.
È l’anno in cui si festeggia il decennale della rivoluzione russa, dalla quale molti virulenti rivoltosi sono divenuti spenti portaborse sottomessi al ceto medio che ora muove le fila nei lussuosi palazzi del potere. Una cupola simile all'Ancient Regime transalpino, un partito-esercito autoritario e conservatore criticato da Aleksandr Aleksandrovic "Bogdanov" Malinovskij, 'eretico fra gli eretici', direttore del primo istituto sovietico specializzato nella trasfusione del sangue con un passato da bolscevico militante e antileninista, medico di trincea, economista, scrittore di fantascienza e fondatore del Proletkul't - l'Organizzazione Culturale-Educativa Proletaria -, un movimento di emancipazione culturale operaia nato nel 1917 e "scomunicato" da Lenin sei anni dopo.
Mentre tutti i protagonisti della "ex-rivoluzione" sono pronti a scrivere le prime pagine della nuova epoca, Bogdanov riceve la visita di Denni, una creatura a metà fra un androgino e un'aliena che sembra essersi materializzata dal suo vecchio romanzo 'Stella rossa', nel quale la forma più pura del socialismo vede la sua realizzazione sul pianeta Marte, e che ha urgenza di rintracciare il suo presunto padre naturale Leonid Voloch, ex compagno rivoluzionario di Bogdanov.
Inizia così un viaggio a cavallo dei due decenni pre e post-rivoluzione fatto di ricordi bellici, collettivismo fisiologico, esili, arresti, complotti e lotte intestine che culminano in una partita a scacchi dalla quale dipendono gli assetti economici, politici e culturali del XX secolo.

Un romanzo dalla marcata impronta sovietica, che rispetta i canoni del racconto storico senza disdegnare un tocco di distopia e fantascienza: nasce così una trama innovativa che racconta con occhio grandangolare un processo rivoluzionario dal grande peso specifico.
Il futuro dell'Urss e del bolscevismo passa anche dal conflitto dialettico fra il materialismo pragmatico-meccanicistico di Bogdanov e l'empiriocriticismo sciovinista di Lenin, con tutte le disillusioni, i contrasti, i dubbi e le speranze che questa dicotomia si trascina dietro. Altro acceso dibattito coinvolge il rispetto delle risorse ambientali non rinnovabili e l'egoistica soddisfazione di ogni bisogno umano: Nacun, il pianeta dal quale Denni afferma di provenire, è il simulacro di Bogdanov che soddisfa appieno i canoni marxisti dell'Ideologia tedesca, e il confronto con la ragazza riguardo il rapporto fra generazioni diverse e lo sfruttamento degli animali obbligherà tutti i protagonisti a guardare in faccia il rovescio della medaglia dei recenti capovolgimenti sociali.
E', infatti, anche il momento catartico del partito comunista, le cui anime contrapposte sono alla resa dei conti: uno scontro fratricida che ingloba altresì sociomorfismo, laicismo, imperialismo, libertà di pensiero, arte socialista, cultura proletaria e taylorismo.

La villa a Capri di Maxim Gorkij, i campi di battaglia dei Laghi Masuri, la piazza centrale di Tiflis (più conosciuta come Tbilisi), la Scandinavia e la Svizzera sono solo alcune delle affascinanti tappe nelle quali l'autore ci fa compiere un viaggio metaletterario tra frasi brevi di grande impatto e ritmo vivace, che pone grande accento sulla contraddizione di una rivoluzione entusiastica e appassionata nella sua prima fase per poi divenire grigia, confusionaria e incravattata: una perfetta metafora del risultato finale è riscontrabile in due fotogrammi notturni di Mosca, definita 'un caos di bagliori a grappoli e sparsi alla rinfusa' e 'un'accozzaglia solenne e mai uniforme'.

Un gioco romanzato d'incastri che ricorda i magazzini moscoviti di Mostorg e che si destreggia benissimo in un periodo storico di difficile lettura, 'eccitante, fatto di disordini e divergenze, di contraddizioni e aggiustamenti, finché il sistema non troverà una nuova stabilità.'.
Lettura più che piacevole e più che consigliata.

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