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Due storie sulla Resistenza e... un horror?
Scritto da vari autori con il metodo della Scrittura Industriale Collettiva, questo romanzo storico presenta tre POV, ognuno distinto da capitoli propri.
La trama si dipana nei difficili mesi che l'Italia attraversa tra la dichiarazione dell'armistizio del 1943 e la liberazione del 1945 e segue tre protagonisti che si trovano soli in questo periodo di grandi insicurezze: abbiamo l'avvenente Adele nella metropoli milanese che sceglie di abbandonare gli agi del passato per combattere in un gruppo di partigiani, suo marito Aldo nascosto nelle campagne del Basso Lodigiano e perseguitato più dalle proprie fobie che da nemici reali, e Matteo -fratello di lei ed ex soldato della Marina- che attraversa l'intera penisola da sud a nord per ricongiungersi alla sorella. Non nascondo di aver preferito di gran lunga la storyline di Adele, soprattutto per l'enorme coraggio e l'indipendenza dimostrati dalla donna.
Trovo d'obbligo lodare il grande lavoro di questi 115 autori che hanno collaborato alla stesura del romanzo a vario titolo, non solo scrivendo ma anche coordinando i lavori, documentandosi sui dialetti e reperendo fonti storiche; nel complesso lo stile non ne risente, non si percepiscono le diverse penne. I dialoghi sono il punto forte del volume, perché del tutto conformi al periodo storico e all'estrazione dei personaggi.
A mio parere, l'unica nota dolente è il POV di Aldo che stona in paragone agli altri due, perché ricorda troppo un horror psicologico, molto disturbante; è sempre ben scritto, ma non l'ho trovato ben amalgamato agli altri.