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Dai tuoi occhi solamente
 
Dai tuoi occhi solamente 2019-02-07 18:00:21 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    07 Febbraio, 2019
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Vivian Maier

Negli ultimi mesi sono fioccate le biografie romanzate di talentuose fotografe, ed anche “Dai tuoi occhi solamente” racconta una parte della vita di Vivian Maier, eccezionale fotografa morta nel 2009, delle cui opere straordinarie siamo venuti a conoscenza soltanto da poco tempo.
Francesca Diotallevi, rimasta affascinata dalla figura di questa donna così fuori dall'ordinario, che per tutta la vita non ha mai cercato la notorietà, ha deciso di scrivere un romanzo-biografia, nel quale racconta, attraverso dei salti temporali, sia l'infanzia e l'adolescenza di Vivian, sia il 1954-55, periodo di cui si conosce poco o nulla della reale vita della fotografa, durante il quale l'autrice immagina che la Maier abbia lavorato come bambinaia a New York, presso la famiglia Warren.
Il personaggio di Vivian Maier è sicuramente interessante e non sorprende che abbia catturato l'attenzione di una scrittrice. (Fra l'altro Diotallevi non è l'unica ad aver avuto questa idea, perché ad ottobre 2018 è uscito anche “Vivian” di Christina Hasselholdt, sempre una biografia romanzata della Maier.)
Vivian Maier infatti era una fotografa dal talento eccezionale, che però per tutta la sua vita si è sempre tenuta per sé la sua arte: ha tirato avanti svolgendo dei lavori umili e poco retribuiti, come la bambinaia. Ha vissuto abbracciando la solitudine: non si è mai sposata né ha avuto figli, rimanendo al servizio di questa o quell'altra famiglia. Di solito non sviluppava nemmeno i suoi rullini, scattava fotografie meravigliose rubando alcuni attimi della vita degli altri, attimi che da quel momento sono diventati eterni. La Maier aveva stipato tutte le sue cose in un magazzino: questi oggetti, dal momento in cui lei non si curò più di pagare l'affitto, vennero prima acquistati da un banditore d'aste e in seguito da John Maloof, il figlio di un rigattiere, che comprò per 380 dollari circa tutti i beni della fotografa, fra cui i suoi tremila negativi e moltissimi rullini di pellicola non sviluppata. Da quel momento John Maloof si è reso conto del talento della fotografa che aveva scattato quelle fotografie ed ha fatto una ricerca fino a scoprire che erano di Vivian Maier, una donna che ha sempre vissuto nel più completo anonimato. Si rimane come minimo incuriositi: è possibile, nella società attuale, imbattersi in una persona del genere? E cosa l'avrà spinta a rimanere sempre sola e a non mostrare mai la sua arte? Capisco quindi la scelta della scrittrice di costruirvi su una storia.
Francesca Diotallevi ha ricostruito l'infanzia e l'adolescenza di Vivian Maier documentandosi accuratamente, ha poi inserito una parte romanzata (gli anni del 1954-55 a New York) e sopratutto, si è interrogata in maniera credibile ed interessante sulla natura dell'arte. Attraverso il confronto fra scrittura e fotografia, rappresentati dai personaggi del signor Warren e di Vivian, l'autrice ha fatto una interessante riflessione sul talento, il successo, l'arte e l'artista. Il romanzo quindi costituisce senza dubbio una lettura di qualità, uno scritto pregevole e consigliato, anche se, secondo il mio modesto parere, non particolarmente avvincente e coinvolgente.
Infatti possiamo entrare nella psicologia di Vivian, interrogarci sull'arte, cogliere ed apprezzare le belle citazioni letterarie ma ciò che manca a questo libro è una forte e definita personalità: non è una biografia, perché mancano le fonti per poterne scrivere una completa, non è un romanzo, perché al momento che iniziamo la lettura già sappiamo tutto quello che accadrà e soprattutto non accadrà. Si tratta di una forma troppo ibrida per il mio gusto personale, ma che sicuramente può essere letto con piacere ed apprezzato.

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In passato, avevo sentito parlare della Maier! Avevano organizzato una mostra con le sue fotografie presso un importante museo di Nuoro; purtroppo, non ebbi l'occasione di visitarla :(
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Chiara77
08 Febbraio, 2019
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Ciao Laura, io ho visto delle immagini di fotografie della Maier su internet e da quel poco che ho notato mi sono sembrate veramente bellissime, sicuramente c'è il tocco dell'artista. Avrei proprio voglia di vedere una mostra con le sue foto!
siti
09 Febbraio, 2019
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Grazie, ora vado a curiosare!
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Chiara77
10 Febbraio, 2019
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Grazie a te Laura, il personaggio della Maier e le sue foto sono veramente interessanti.
ciao Chiara, non conoscevo questo libro, ma ho avuto modo di conoscere Vivian Maier per via di una mostra fotografica che si è tenuta a Milano tre anni fa, che mi impressionò molto, tanto che feci qualche ricerca sul web e scrissi un articolo su di lei in un blog che gestivo. Nonostante non gli avessi dato particolare evidenza, l'articolo in questione risulta tuttora tra quelli con le maggiori visualizzazioni di sempre. Segno che le sue opere e la sua personalità, la sua vita, suscitano grande interesse. L'egocentrismo dei tempi odierni, che trova la sua apoteosi nel diluvio dei "selfie" è magneticamente attratto dal suo opposto, da quello sguardo semplice e discreto sulla quotidianità degli altri, che la Maier catturava in migliaia di scatti, senza poi darsi pena non solo di pubblicarli, ma spesso nemmeno di sviluppare il rullino...
Non mi stupisce affatto che ora fiocchino biografie o romanzi su di lei. Credo però che il modo migliore di conoscerla siano le sue foto, le mostre, se si riesce a trovare l'occasione, e le tracce della sua biografia che si possono facilmente reperire sul web.
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Chiara77
11 Febbraio, 2019
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Ciao Pierpaolo, grazie per l'interessante commento! In effetti è vero, il modo migliore di conoscere la Maier sarebbe quello di visitare una sua mostra... Speriamo che me ne capiti l'occasione.
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