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Dell'editor non ti fidar
Un bel racconto, un piccolo thriller storico sullo sfondo della città di Urbino di fine Settecento.
In un impeto di bontà, a questo libretto ho dato quattro stelle perché è sostanzialmente ben scritto e mi ha tenuto buona e divertente compagnia per un paio di giornate; se mi ricapiterà a tiro, leggerò ancora volentieri questo autore. Però, però...
Caro Marcello - mi permetto di darti del tu poiché siamo pressoché coetanei - la prossima volta la bozza del testo rileggila per intero dall’inizio alla fine, per favore, senza fare cieco affidamento su chi dovrebbe curare l'editing del testo.
Per farla breve: tra le pagg. 41-42 un manovale viene pugnalato a morte per mano di un uomo misterioso che “brandiva un pugnale sporco di sangue”; a pag. 91 si fa riferimento a quello stesso omicidio, precisando però espressamente che l’arma del delitto è stata una pistola; a pag. 92 si rievoca il pugnale insanguinato con il quale è stato commesso l’omicidio del manovale! Insomma, pugnale o pistola?!? Una svista grossolana che una casa editrice ampiamente diffusa come la Newton Compton non dovrebbe permettersi. E noi, poveri lettori, siamo così costretti a correre da una parte all’altra per ritrovare i passi incriminati, credendo di aver capito aglio per cipolla… Risparmiateci cotanta perdita di tempo!
Meglio, dunque, essere il primo editor di se stessi: tanto nessun altro, seppur pagato, leggerà mai qualcosa di nostro con la stessa cura e attenzione che possiamo avere noi.
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E meno male che la vittima non è stata travolta da un'auto!!! :D
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