Dettagli Recensione
La Merica
SPOILER ***
L'Autrice ci regala lo spaccato storico di una piccola realtà paesana, ambientando la vicenda nell'Italia centro meridionale, in un periodo che si deduce compreso fra la metà del XIX secolo e quello dell'Italia fascista. Si narra la vita grama, misera, stentata di Maria, la protagonista, dai suoi 15 anni sino alla morte. Attorno a lei ruotano altri personaggi: dalle amiche che come lei condividono una povertà schiacciante, fino ai "signori" del luogo, alle cui dipendenze Maria lavorerà per decenni. Ben descritta la condizione sociale dei poveri e la miseria estrema cui erano costretti: fame, analfabetismo, emigrazione in America, sottomissione della donna all'uomo, donna che deve sottostare ai dettami imposti dalla società del tempo senza azzardarsi ad allontanarsi dagli schemi precostituiti. Questo "sentire comune" risulta molto vincolante per la libertà delle persone, le ingabbia in una (non) vita che non ammette deroghe dalle aspettative. Maria invece viene tratteggiata come una figura molto forte e dura che riesce a collocarsi al di sopra di tali dettami, conduce una vita senza sposarsi, esegue lavori da uomo, la maternità è segnata da durezza e indifferenza, anche per la crudeltà e violenza del concepimento. La figlia di Maria, Nella, si affranca da una condizione sociale infima sposando un "signore" e regalando alla madre gioie insperate. Sarà infatti proprio la non amata figlia Nella ad offrire a Maria la possibilità di vivere serenamente almeno gli ultimi anni della sua vita, quando troviamo una Maria ammorbidita, capace di riscattarsi dalla maternità "mancata" attraverso l'amore per la nipote, Linù, che le insegnerà a scrivere il suo nome. Il messaggio è di grande speranza e sottolinea come un dramma possa trasformarsi nel tempo, lasciata decantare la sofferenza, in un'occasione di pace interiore. La prosa e la struttura del racconto sono molto semplici. Brevissimi i capitoli, aventi ad oggetto ora l'uno, ora l'altro protagonista. L'inizio è buono, ma poi la narrazione a mio parere diviene noiosa e del tutto prevedibile.
La trama in sé è buona, ma poteva essere declinata e narrata in maniera più approfondita per gli aspetti di storia sociale; evitabili alcune ripetizioni, a tratti ridondanti. Nel complesso lo colloco fra i libri "senza infamia e senza lode".