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alba rosa
Ho preso questo libro perché volevo leggere un punto di vista diverso sulla prima guerra mondiale, quello di una donna al fronte come infermiera volontaria. Nell'epoca di cui si parla, le donne non erano ancora ben viste lontane dal focolare, e quindi arruolarsi come infermiera si trattava di una scelta rivoluzionaria per l'epoca. Tuttavia ho trovato la tematica non ben approfondita, si poteva dire e trasmettere molto di più in merito, sull'impreparazione di queste ragazze, su cosa voleva dire per loro trovarsi al fronte. Invece l'impressione che ho avuto è che si sia dato solo un'infarinatura di tutto e basta.
La stessa impressione l'ho avuta riguardo alla descrizione dell'amore nato tra la protagonista, Maria Rosa detta Alba Rosa, e un'altra infermiera Eugenia. Hanno dei trascorsi diversi, una napoletana proveniente da una famiglia agiata da cui sta fuggendo, l'altra del Nord nata in campagna e col sogno di diventare medico. Il loro amore nasce fra le corsie, in mezzo ai moribondi, alle bombe, alla paura, e infatti l'impressione che ho avuto dalle pagine del libro sia che più che un amore, le due ragazze cerchino consolazione, rifugio l'una nell'altra. Oltretutto Alba Rosa ha bisogno di una guida, non sa che vuole nella vita, mentre Eugenia sì, tanto che arrivano addirittura a parlare di un ipotetico futuro insieme. Però ecco, anche di questa storia d'amore purtroppo non mi è rimasto nulla, mi è mancata la scintilla, la vibrazione, che poi è quello che è mancato in tutto il romanzo. Alla fine della lettura infatti mi è rimasto un senso di incompiuto, di qualcosa che poteva essere molto di più ma non è stato. Mi dispiace ma penso che la scrittrice potesse dare un tono migliore a tutta la storia.