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Piazza d'Italia
 
Piazza d'Italia 2018-10-01 07:12:34 manuelaagosto
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manuelaagosto Opinione inserita da manuelaagosto    01 Ottobre, 2018
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La vita è amore e lotta

Dire che un libro è bellissimo può sembrare esagerato, in fin dei conti è un libro che parla della vita, e della morte, e dell’amore, e della rabbia, e dell’orgoglio, e di tutti quei sentimenti che popolano la vita, la vita vera, quella vissuta sulla propria pelle, che lascia una memoria.
Una saga familiare che attraversa un secolo denso di avvenimenti, di quelli che fanno la Storia con la S maiuscola. E dentro la Storia c’è la storia di una famiglia di anarchici toscani sempre alle prese con il problema del poco lavoro, della fame e dei tanti figli che se non ci fai attenzione ti ci perdi perché spesso padre e figlio si chiamano allo stesso modo. E’ un racconto sulle lotte per liberarsi dalla schiavitù imposta dai padroni, quelli che danno il lavoro ma anche quelli che stanno al governo, comprendendo che cambiano i padroni ma non cambia mai niente per la povera gente. Soprattutto se questa povera gente non ce la fa proprio a farsi calpestare ma ci tiene alla propria dignità di essere umano con i suoi diritti e, orgogliosamente, alza la testa e magari ci rimette la pelle.
E’ un racconto sui sogni di riscatto per una vita migliore e allora si va in Africa, e ci si perde nel deserto – quale dei due fratelli? -, si va in Argentina a suonare e cantare tanghi, si va in Francia a farsi rompere la bocca sul ring o si dimentica la gobba diventando rivoluzionario. Ci sono suore diventate tali per infelicità e c’è l’Asmara che ricama la dote fino a riempire bauli perché deve seguire le predizioni dell’oroscopo. E l’Esperia con le fiammelle sulle dita, e la Zelmira che sa di oroscopi e di come guarire le malattie. E come dimenticare l’ultimo Garibaldo, sempre in giro per il mondo e sempre pronto a lottare contro il padrone di turno. Una galleria di personaggi, una galleria di umanità che segna una memoria lunga, che arriva fino a noi.
Primo libro di Tabucchi che contiene però in nuce tutte quelle che saranno le caratteristiche dominanti delle sue opere: l’amore per l’epica, il gioco del doppio e degli equivoci, la propensione per il mistero che sa di magico.

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