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Attilio Fumagalli, il Sindacone
Gli ultimi passi del sindacone di Andrea Vitali: torna Andrea Vitali con un bel libro. Una bella storia, un ultimo percorso, il caso, la vita e il destino. Torna Andrea Vitali e torna nella sua Bellano, sul lago di Como, nell’immediato dopoguerra. E proprio l’ambientazione è un tratto precipuo del testo. E’ resa, infatti, con particolare precisazione e raffinata ricerca, per esempio, nel dettaglio del telefono, a quei tempi in bachelite nera ed appeso al muro, situato in corridoio, era in dotazione solo a particolari famiglie che potevano permetterselo, e in questo caso al vicesindaco Veniero Gattei, che mal sopporto il suo suono insistente, e presago di funeste notizie. Siamo nel 1949, e la guerra con il suo carico di dolore e tragedia è ancora ben presente nella popolazione; c’erano
“coloro che insistevano nel tenere animali nelle case del centro abitato. Galline per esempio, (…) dove cristiani ed animali vivevano in armonia, nonostante gli sforzi e i provvedimenti che la giunta aveva adottato a tutela dell’igiene pubblica. (…) Oltre a numerosissimi pollai urbani di variabile consistenza numerica e conigliere ficcate in ogni dove, erano saltate fuori due stalle raffazzonate site negli orti alle spalle degli edifici che si aprivano lungo via Manzoni.”
In tale clima nasce la storia di Attilio Fumagalli, bonariamente detto il Sindacone,
“Il sindaco Fumagalli era un uomo pingue. Obesità androide, il grasso ce l’aveva tutto attorno all’addome. Era alto poco più di un metro e sessanta e poggiava su gambe corte e sode che terminavano su un paio di piedi piccoli e soprattutto diversi uno dall’altro. (…) Sin da giovane il Fumagalli aveva fatto pace col fisico di cui madre natura l’aveva dotato, conquistando col tempo un’armonia che gli consentiva di essere disinvolto, misurato, a volte addirittura elegante. “.
Un sindaco un po’ strano, che da poco tempo indice settimanalmente strane convocazioni del consiglio comunale con pochi ordini del giorno, per poi fuggire in tutta fretta. L’ultima porta la data del 24 dicembre 1949, con la scusa di porgere a tutti gli auguri di Natale. Quale mistero si cela dietro queste convocazioni? E quale segreto è necessario proteggere a qualunque costo?
Una narrazione ironica, simpatica e brillante. Con:
“Gli ultimi passi del Sindacone torna sulla scena la Bellano del dopoguerra, di cui Andrea Vitali sa mettere in luce la voglia di riscatto, il frettoloso antifascismo esibito senza vergogna, gli appetiti della carne simbolo della voglia di vita che sta rianimando l’intero Paese, ma senza tralasciare quei piccoli segreti che rendono più sapido il tran tran quotidiano, e la lettura dei suoi romanzi una godibilissima compagnia.”.
Un testo che si avvale di una prosa scorrevole, un caleidoscopio di personaggi ottimamente delineati per una lettura intrigante e fascinosa, che travolge il lettore in un vortice di attrattiva e di sarcasmo.
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