Dettagli Recensione
La storia di Margot Wölk
L’autrice racconta, nella nota finale, che l’idea per la storia del libro è nata leggendo su un giornale un trafiletto su Margot Wölk, l’ultima assaggiatrice di Hitler ancora in vita. Infatti la storia verte proprio sul contrasto tra fame e paura, quando le SS ordinano: “Mangiate”, davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un’ora sotto osservazione, affinché le guardie si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato.In questo clima surreale però l'autrice è brava a far risaltare l'intreccio di alleanze, amicizie e rivalità sotterranee.
Concludo estrapolando un passaggio che mi è piaciuto
Perché, da tempo, mi ritrovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli essere umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana.
Particolare