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Con la spada e con la preghiera
L’espansione mongola a occidente degli Urali iniziò nel 1236, abilmente condotta da Batu, nipote del grande Gengis Khan. Dopo aver soggiogato la Russa e l’Ucraina le orde selvagge si riversarono nel centro dell’Europa, sconfiggendo eserciti, saccheggiando e compiendo ogni genere di nefandezze.
Queste tribù di guerrieri nomadi, che i Cristiani chiamarono tartari, sembrò non avessero ostacoli e che per loro tutto fosse possibile, perfino la conquista dell’intera Europa. In questo contesto si narra la vicenda che vede protagonista Eustachius von Felben, monaco guerriero dell’ordine dei cavalieri teutonici che ritorna dalla Terrasanta con pochi compagni, scortando altresì un mercante veneziano, latore di un importante messaggio del Doge per il Gran Maestro dell’ordine in Prussia, nonché, di un dono di inestimabile valore religioso, oltre che intrinseco, rappresentato da una croce ricoperta di gemme, già di proprietà di Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino. Il viaggio, di per sé non facile in periodo di pace, diventerà quasi un incubo a causa delle continue incursioni dei cavalieri tartari che arriveranno anche a sottrarre il prezioso carico del mercante veneziano. Fra combattimenti all’ultimo sangue, battaglie che registrano le sconfitte dei cristiani, in un turbinio di eccidi, di crudeli torture e anche di sorprese, spesso gradite, la missione di von Felben arriverà a felice conclusione, con il recupero peraltro della preziosa reliquia. Guido Cervo ha fatto del romanzo storico la massima espressione del suo talento artistico, ambientando vicende in epoche diverse, ma sempre supportate da preziose ricerche storiche che danno alle opere la parvenza di veridicità, come se questo Eustachius von Felben fosse esistito veramente, e forse può esserci stato un personaggio con caratteristiche simili, visto che i cavalieri dell’Ordine Teutonico, dei veri e propri monaci guerrieri, presentavano la particolarità di una totale dedizione alla causa comune, simili ai Templari, ma per lo più di origine tedesca. E’ un romanzo in cui è preponderante la trama, ma molto curata appare sia la caratterizzazione dei personaggi, che l’atmosfera, ricreata sapientemente; se pur inferiore a mio giudizio a I ponti della Delizia e a Bandiere rosse, aquile nere, opere ambientate in epoca assai più recente, è in grado di essere apprezzato dal lettore per la continua tensione e l’indubbio coinvolgimento, che avviene fin quasi da subito. In buona sostanza, invito a leggere Il Teutone. La croce perduta, perché sono sicuro che non potrete che esserne soddisfatti.