Dettagli Recensione
“Le donne non muoiono da eroi”
La mamma assaggia la pappa del suo bambino, per controllare che non sia troppo calda, troppo salata.
Un gesto pieno di amore e dolcezza.
Intorno alla tavola imbandita al quartier generale di Wolfsschanze, nascosto nella foresta prussiana, ci sono dieci donne, con l’incarico di assaggiare il cibo del Führer. Cosa c’è invece dietro questo gesto?
Terrore, perché ogni boccone potrebbe essere l’ultimo, quello di veleno.
Privilegio, perché nell’autunno del 1943 anche il cibo più misero scarseggia e loro hanno davanti i piatti più gustosi e succulenti di Germania.
Colpa, perché non c’è onore in questa morte in sordina, “una morte da topi, non da eroi”.
È la voce in prima persona di Rosa Sauer, ex segretaria berlinese, a raccontarci la propria storia e quella delle altre assaggiatrici. La ragazza con la couperose e lo sguardo insicuro, che sogna amore e protezione. La donna dalla lingua tagliente e i gesti apparentemente astiosi, in cui si può indovinare paura. La giovane madre che crede di essere maga e si sente investita di un’importante missione patriottica. Sono donne sole e spaesate, che si ritrovano all’improvviso in un mondo senza uomini, costrette a piegarsi a un’organizzazione che non lascia scampo. Solo così si può sopravvivere, assorbendo nel proprio corpo quel boccone buono e amaro, abbandonandosi a un desiderio che sa di vergogna, eludendo una verità che non si vuole davvero conoscere.
Con questo romanzo, Rosella Postorino ci offre un punto di vista originale non tanto sul nazismo quanto sul tema della sopravvivenza. Una narrazione sobria e ordinata, caratterizzata da uno stile limpido e senza fronzoli, ci accompagna in una storia al femminile, analizzando i rapporti umani, i sentimenti, le paure e le meschinità di chi, ai margini della guerra, ha cercato solo di non farsi sopraffare. Per scoprire così che anche la sopravvivenza ha un prezzo.
"...Perché, da tempo, mi trovavo in posti in cui non volevo stare, e accondiscendevo, e non mi ribellavo, e continuavo a sopravvivere ogni volta che qualcuno mi veniva portato via? La capacità di adattamento è la maggiore risorsa degli esseri umani, ma più mi adattavo e meno mi sentivo umana".
Idea interessante, punto di vista originale, scrittura curata ed elegante. Eppure devo confessare di aver sempre avvertito, durante la lettura, una certa distanza dalla storia e dai personaggi, persino dalla protagonista. La narrazione scorre disciplinata, lucida e piana, trattenendo sempre sussulti ed emozioni, ed è proprio questo ad aver in parte impedito, almeno nel mio caso, un vero e proprio coinvolgimento.
Una lettura da consigliare, comunque, per interrogarsi su quale sia il prezzo dell’adattamento anche oggi, nel nostro mondo.
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Commenti
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Ti ringrazio quindi di cuore per le tue parole!
Ciao,
Manuela
Fede
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Ottime le considerazioni sul prezzo dell'adattamento. Ciao, Manuela! :)