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una ragazza "caleidoscopio"
Elena Janeczek: scrittrice italiana nata in Germani da una famiglia di ebrei originari della Polonia, autrice di vari romanzi, ne La ragazza con la Leica, racconta la storia di Gerda Taro, minuta e bellissima, un metro e mezzo di orgoglio e ambizione, nata a Stoccarda, ebrea coraggiosa spregiudicata, volubile e volitiva. Cospiratrice anti nazista a Lipsia e a Berlino per amore di un uomo e della libertà, grande fotografa a Parigi a fianco di un profugo ungherese che deve alla sua immaginazione l’invenzione del nome d’arte col quale è universalmente conosciuto: Robert Copa. A ventisette anni, il 1 agosto 1937,Gerda muore sotto un carro armato mentre documenta la caduta della Spagna repubblicana.
“Era la gioia di vivere, qualcosa che esisteva, si rinnovava, accadeva ovunqu, prima a Lipsia, poi a Berlino.”.
La libera e sensuale Gerda ha lasciato un ricordo indelebile scavato nelle vite di chi l’ha incontrata. In un’Europa difficile ha segnato un modo di stare al mondo.
“Scattava a raffica in mezzo al delirio, la piccola Leica sopra la testa, come se la proteggesse dai bombardieri”.
Romanzo polifonico in forma d inchiesta, una ballata struggente, un inno alla breve estate dell’anarchia. Intreccia la memoria di Willy Chardack, ebreo, rifugiato a Parigi, di Ruth Ceref, ex modella e Georg Kuritzkes: memorie scandite dalla cronologia interiore del rimpianto o del risentimento, Gerda è l’oggetto di una straziante nostalgia. Tra affresco corale e nodi familiari, epica e memoir, il romanzo è uno scintillio di passioni. Una vicenda di erranze, fughe, sangui misti e meticciati, connivenze che creano comunità sovranazionali. Spiazzante, Gerda sapeva far girare la testa all’universo maschile, ci sguazzava come un pesciolino ornamentale nell’acquario, ma in modo insolito, palese, senza malizia, quasi candido. E’ lei il cuore pulsante capace di tenere insieme un flusso che allaccia epoche e luoghi lontani restituendo vita alle istantanee dei ragazzi degli anni ’30, alle prese con la crisi economica, l’ascesa del nazismo e l’ostilità verso gli ebrei e i militanti di sinistra.
Emergono insieme il lato eroico e quello frivolo, un caleidoscopio dalle mille facce, una scrittura sapiente e una profonda partecipazione emotiva. L’autrice si ancora alla verità storica: trova il punto di incontro tra la Storia e le storie immaginate, rintraccia il vero, lo ascolta e lo racconta consegnandoci il ricordo di una creatura incantatrice con una speciale vocazione per la vita.