Dettagli Recensione
Un tuffo nella Lucca del Cinquecento
Romanzo storico scritto a quattro mani e narrante fatti realmente accaduti misti ad alcuni di fantasia, che riporta alla luce gli accadimenti di una poetessa lucchese vissuta nel periodo rinascimentale, (a Firenze, tempo de' Medici), una certa Chiara Matraini, donna dal carattere forte e passionario capace di andar controcorrente infrangendo le regole e l'etichetta del tempo con una storia d'amore 'chiacchierata' ma soprattutto per quel suo scrivere rime e versi scegliendo di pubblicare a suo nome, scandalo per un'epoca di editoriali ammessi unicamente agli uomini o alle poche donne appartenenti alla nobiltà.
Concedetemi questa breve appendice: essendo nativa di Lucca, la città toscana dalle antiche Mura detta anche 'dalle cento chiese', inutile dire che fin dalle prime pagine l'aspettativa personale era notevole, e fortissimo per me il desiderio di compiere un salto temporale di oltre quattro secoli tra piazze, vicoli, chiese e baluardi a me cari e familiari.
Alla fine dell'opera, così come avviene di consueto con qualsiasi libro, si 'tirano le somme' e nel mio specifico caso, non so se il motivo è per quell'eccessiva aspettativa iniziale dovuta alle mie origini, il bilancio non ha rispecchiato in toto ciò che immaginavo e segretamente speravo; dal piccolo della mia esperienza in materia di opere fuoriuscite da due teste pensanti, posso anche osare e ipotizzare che il fatto dipenda proprio da quello, perché è vero che le idee si moltiplicano e due menti sono meglio che una ma se le stesse non si amalgamano alla perfezione e non procedono con lo stesso ritmo, nel complesso si può percepire qualche spiacevole stonatura.
Ad esempio io, da lucchese purosangue quindi ben consapevole di quanto sia importante e radicato il senso degli affari, la dignità di un lavoro e dell'operosità in generale nella maggior parte della popolazione anche della nostra epoca, posso dire che le parti – principalmente all'inizio - in cui si narra di intrighi e vicende dei signorotti affaristi che tenevano le fila della città nella Lucca del Cinquecento, mi hanno un poco annoiato perché troppo intricate, dettagliate e nel complesso statiche; in seguito il libro prende il via, è come l'innesto di una marcia superiore (o presumibilmente di un'altra mano?) e lì dunque mi sono rifatta con la vita personale della protagonista e le numerose sfaccettature delle sue emozioni e tribolazioni interiori sapientemente raccontate, con la lettura e l'interpretazione dei pochi fedelissimi personaggi della servitù che le ruotarono attorno e la seguirono sempre nella turbinosa esistenza caratterizzata tra l'altro da molti spostamenti e traslochi (Lucca, Matraia, Genova...).
Colpisce anche la diversa velocità del tempo di narrazione: nella prima parte si racconta con minuzia un preciso anno, il 1542, pur con brevi salti temporali all'indietro; nella seconda si narrano le vicende di quasi un trentennio, incentrate principalmente sulla storia d'amore e le fughe nella tenuta di Matraia, un paese collinare a 15 chilometri da Lucca, tra Chiara e Bartolomeo, suo più grande amore, sposato purtroppo ad un'altra; nella terza parte, la finale, il filo logico dei ricordi si mescola alla narrazione visionaria e fantasiosa di una Matraini quasi novantenne, ormai sola e affaticata, che si trascina per le stanze della casa di Piazza Santa Maria Forisportam (dai lucchesi anche detta Piazza della Colonna Mozza o Piazza Santa Maria Bianca) ricordando brevi sprazzi di vita misti a sogno e sdolcinate fantasie.
“C'era chi l'adorava, molti non l'amavano affatto, le donne per il suo coraggio che scambiavano per arroganza, gli uomini per la sua intelligenza e il suo talento, le une e gli altri per la sua singolarità che era diventata ogni giorno più visibile.”
Concludendo: sia ben chiaro, non voglio dire che questo sia un libro per soli lucchesi o amanti della storia, ci mancherebbe!
E' sicuramente un'opera interessante dal punto di vista sociologico-letterario nonché un mezzo di tutto rispetto che finalmente rende onore e merito alla vita di una persona realmente esistita che lottò (addirittura fu oggetto di una penosa causa legale per il possesso di beni materiali mossa contro di lei dall'unico figlio), e che subito dopo la morte venne messa nel dimenticatoio assieme alle opere a causa della sua condotta ai tempi scandalosa, e che fu capace di combattere fino in fondo per i propri ideali e il proprio credo, cosa indubbiamente non da poco, soprattutto al giorno d'oggi...!
Buona lettura,
Lida