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Intrighi, poteri, inganni, sicari ...
Intrighi, poteri, inganni, sicari, avvelenamenti, spie, prostitute e mercenati; tutto questo a Firenze tra la fine del Medioevo e l'inizio del Rinascimento; ma ci sono anche artisti folli, arte geniale, amori, sentimenti profondi e sinceri, amicizia e lealtà nella troneggiante e indiscussa capitale della cultura.
Il libro si apre con il capolavoro di Filippo Brunelleschi, Santa Maria del Fiore, opera monumentale che il folle genio sta costruendo per mostrare a tutti il potere dei Medici e soprattutto costruzione imponente voluta da Cosimo, personaggio discusso, amato o odiato, potente e determinato, mecenate, amante dell'arte e della cultura. Essere il protettore di quel genio di Brunelleschi che "non obbedisce alle leggi terrene" perchè rapito dall'architettura "una disciplina che profuma di infinito", è stato sicuramente un rischio per Cosimo; allora però il "popolo di Firenze guardava Santa Maria del Fiore con gli occhi sbarrati", (...) "cardatori, mercanti, macellai, contadini, prostitute, osti e viandanti" erano stregati da quella cupola che stava prendendo forma; ancora oggi da tutto il mondo vengono a contemplare l'opera del "pazzo, dai denti guasti e dal temperamento incendiario".
La famiglia più potente di Firenze perde Giovanni de Medici, grande personaggio, dedito al lavoro e alla famiglia; lascia due figli, Cosimo e Lorenzo, la bella e coraggiosa moglie Piccarda, fedele compagna e preziosa consigliera; inoltre le due nuore Contessina e Ginevra e i quattro nipoti. La famiglia è unita, sono ricchi banchieri legati a personaggi potenti ma hanno anche tanti nemici dentro e fuori le mura. I due fratelli sono legati ma anche diversi tra loro, uno amante dell'arte, l'altro banchiere, arguti e perspicaci entrambi; Lorenzo ha intuito che il padre non è morto per cause naturali ma è stato avvelenato. Viene seguita una lavorante del palazzo Medici, la bella e avvenente profumiera Laura, l'unica capace di usare erbe medicamentose; questa figura femminile, intrigante e maliziosa è in contatto stretto col terribile Schwartz, un violento e impietoso mercenario, ma anche con Rinaldo degli Albizi, nemico dei Medici, uomo ricco e ambizioso, spietato e assetato di potere.
Cosimo sarà vittima di una congiura, viene messo in carcere, imprigionato all'Alberghetto, giustiziato e esiliato insieme al fratello.
Dopo varie avventure, il ritmo si fa più incalzante, il romanzo alterna pagine toccanti e forti sulla peste, il terribile morbo che nella storia ha ucciso senza pietà, su cui tanti dei nostri autori hanno scritto pagine indelebili nella nostra memoria, a scene di battaglie, giochi di potere, mercenari e guerre tra Lucca, Milano e Firenze. Si aprono squarci di vita e flashback come ad esempio sulla biografia della povera Laura, bambina venduta e sfruttata come una bestia. Ci si sposta anche in altre città, ad esempio Venezia, amica dei Medici, descritta nel suo splendore, sia negli interni dei palazzi patrizi, che nel dedalo infinito delle calli, nei giochi di luce e ombre delle gondole di notte. Anche nella Serenissima non mancano intrighi per il potere tra nobili e doge.
Romanzo con eccellenti e dettagliate descrizioni, dall'abbigliamento dei personaggi alle bellezze artistiche, alle residenze medicee; lo stile è brillante con pause forse un po' troppo allungate.
Il libro pecca, secondo me, nell'essere più romanzato che contestualizzato, nel mettere in bocca ai personaggi principali un linguaggio a volte ideologico, prolisso, troppo passionale e articolato. La storia però scorre, anche se a tratti, ed è piacevole ed intrigante.