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Lo scontro di due civiltà
E’ il 9 d.C. e nella fitta selva di Teutoburgo i Romani subiscono una delle più tragiche disfatte della loro storia; sono ben tre le legioni che vengono sterminate da una coalizione di Germani capeggiata da Arminio, figlio del defunto re dei Cheruschi, portato con il fratello in ostaggio a Roma quando ancora erano ragazzini in pegno dell’alleanza con il loro padre. I due, cresciuti come romani e con tutto il rispetto, sono diventati in breve due guerrieri formidabili, tanto da ricoprire, soprattutto Arminio, incarichi di grande responsabilità nell’esercito. Ma mentre il fratello ha compreso il significato della potenza dell’impero e ne è stato soggiogato, Arminio, pur divenendo addirittura per alti meriti cittadino romano, è rimasto legato alle sue genti tanto che a un certo punto decide di cambiare casacca e di attirare in un tranello le legioni del suo amico Varo. Vincerà la battaglia, dei soldati romani verrà fatto scempio, ma non riuscirà a debellare Roma e, nonostante altri scontri, per lo più infausti, il suo sogno di diventare re di tutti i popoli germanici si infrangerà, anzi lui verrà assassinato dai suoi stessi soldati. Teutoburgo, l’ultimo romanzo di Valerio Massimo Manfredi, ci parla di tutto questo, con toni sovente epici e con
precisi riferimenti storici laddove è stato possibile. Credo che l’impegno dell’autore sia stato notevole, a cominciare dalla struttura, in altre sue opere carente, ma qui ben progettata; inoltre è riuscito a ricreare il fascino di una grande civiltà nei confronti di un’altra senz’altro rozza e primitiva, incapace di paragonarsi a quella romana sotto tutti gli aspetti, ivi compreso quello militare, perché se è vero che i romani non riusciranno mai a sottomettere i Germani, tanto da rinunciare ad estendere i confini dell’impero dal Reno all’Elba, é altrettanto vero che queste popolazioni, abituate a vivere in selve oscure, divise e spesso in guerra fra di loro, non potevano competere in nessun campo con uno stato monolitico, pur se multietnico, come quello romano. Il romanzo presenta diversi aspetti interessanti, come appunto il contrasto fra le due civiltà, la progressiva consapevolezza dell’importanza dello Stato in chi non ne fa parte, il significato del valore non tanto come pregio individuale, ma in funzione dello sforzo collettivo. La scrittura è semplice, ma non è un difetto, perché l’opera, abbastanza lunga, se ne avvantaggia, così che le pagine scorrono piacevolmente e consentono al lettore di unire allo svago anche un po’ di nozioni storiche, insomma il romanzo è meritevole di attenzione.