Dettagli Recensione
Come conquistare il mondo
Chi conosce Ignazio Silone sa cosa aspettarsi da un suo libro, ma chi come me se lo ritrova davanti per la prima volta, ne rimane doppiamente colpito.
“La scuola dei dittatori” è un libro che fa riflettere e soprattutto preoccupare per la validità (ancora oggi) dei suoi contenuti.
Siamo a Zurigo e l’anno è il 1939 e tre sono i protagonisti, abbiamo: Tommaso il Cinico che ricopre il ruolo di “insegnante”, soprannominato il Cinico “poiché egli aborre gli eufemismi ed ha l’abitudine di chiamare le cose con loro nome”; Mr Doppio Vu, aspirante dittatore dell’America e infine il Prof. Pickup, l’assistente del futuro dittatore, ideatore della pantautologia.
Il libro è suddiviso in capitoli ed ognuno di essi è dedicato ad un argomento fondamentale per un aspirante dittatore. Gli argomenti non lasciano niente al caso, si parla di colpi di stato, di complotti, dell’arte del doppio giuoco e su come suggestionare le masse.
Il nazismo con Hitler e il fascismo con Mussolini sono gli esempi più eclatanti, ma non gli unici.
Silone, tramite il “suo cinico,” non “le manda a dire” e il suo stile così diretto, esilarante e ironico, da una parte fa sorridere, e a volte proprio ridere, il lettore per il “ridicolo” così evidente; riflettendoci a freddo, è però un’altra la sensazione che rimane ed ha il sopravvento, ovvero la preoccupazione perché alla fine della fiera purtroppo mi sono resa conto che di dittatori o aspiranti tali ne è pieno il mondo.
Questo libro mi ha portato a profonde riflessioni e non posso fare a meno di consigliarlo. Ve ne lascio un piccolo assaggio:
“Tommaso il Cinico: Non so. Comunque mi permetto di riassumere il mio pensiero in questa forma: la prima condizione affinché prevalga un sistema totalitario, è la paralisi dello stato democratico, cioè, una insanabile discordanza tra il vecchio sistema politico e la vita sociale radicalmente modificata; la seconda condizione è che il collasso dello stato giovi anzitutto al partito d’opposizione e conduca a esso le grandi masse, come al solo partito capace di creare un nuovo ordine; la terza condizione è che questo si riveli impreparato all’arduo compito e contribuisca anzi ad aumentare il disordine esistente, mancando in pieno alle speranze in esso riportate. Quando queste premesse sono consumate, e nessuno ne può più, irrompe sulla scena il partito totalitario. Se esso non ha alla sua testa un imbecille, ha molte probabilità di arrivare al potere”
“Non credo che l’uomo onesto debba necessariamente sottomettersi alla Storia”.
Buona lettura!
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Federica
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