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Il marchio dell'inquisitore
 
Il marchio dell'inquisitore 2016-12-09 16:14:39 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    09 Dicembre, 2016
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Intra ecclesiam nulla salus

Roma, 1624. Per le sorti ed il futuro della Chiesa Cattolica è un momento delicato.
Il cielo sopra Campo de’ Fiori sembra riflettere ancora le fiamme che bruciarono Giordano Bruno all’ inizio del secolo. Nel frattempo la Chiesa ha occhi e orecchie puntati in direzione delle idee non convenzionali di un fisico e astronomo di una certa fama, Galileo Galilei. La crescente diffusione della stampa e di ideali eretici minacciano l’ integrità della Controriforma stabilita in seguito al Concilio di Trento.

In una notte fredda e buia avviene un delitto. Il corpo di un religioso viene trovato schiacciato in un torchio tipografico, nella bottega di uno stampatore. Ha la bocca piena di fogli scritti. Ed è un membro dell’ Indice, una Congregazione che funge da strumento di censura verso testi e libri ritenuti anticlericali, sobillatori.
Si capisce subito che il movente dell’ omicidio può essere religioso. Ma il periodo è turbolento, e manca poco al prossimo Giubileo. Serve l’ intervento di un inquisitore in grado di indagare nel silenzio, “ senza il chiasso dei birri “.

Uno come Girolamo Svampa, frate domenicano dal passato oscuro e dal carattere ombroso, insensibile, scontroso. Una sorta di Sherlock Holmes del Secolo di Ferro.
“ Ama dar ragione solo a sé stesso “. Lo Svampa prende le distanze dal metodo inquisitorio e dalla cultura del sospetto. Giudicare in base al sospetto equivale a commettere un peccato mortale. Soltanto il passato ha carattere di certezza, osservandolo con razionalità si possono ricostruire eventi già accaduti grazie alle prove e ai rapporti di causa ed effetto tra le coincidenze.
Il compito di aiutare Fra’ Girolamo in questa ardua impresa spetta al fedele bravo Cagnolo Alfieri, e al segretario dell’ Indice, Padre Capiferro.
E se la realtà dovesse farsi fin troppo opprimente, lo Svampa può sempre contare su una boccetta di laudano che porta sempre con sé, un composto a base di alcol e oppio capace di offuscare i pensieri più soffocanti.

L’ ambientazione dona al romanzo fascino ed originalità e compensa una trama fitta e ben congegnata ma di non immediata e facile comprensione.
Immagino che le vicende dello Svampa avranno un futuro, è evidente che la creazione di questo personaggio ha avuto una “ gestazione “ elaborata e lunga nella mente di Marcello Simoni, che con uno stile ed una scrittura raffinati ha saputo creare un protagonista forse non capace di rapire il lettore in quanto ad emotività, ma dal sicuro potenziale letterario.

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